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ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. CANTO 1 (seconda parte) : PENELOPE

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO.
CANTO 1 (seconda parte):
PENELOPE

…Atena si mette dunque in viaggio verso Itaca e pensa alla bella PENELOPE, che per tutti quegli anni (che Odisseo era assente), aveva dovuto tenere a bada i Proci, un gruppo di nobili pretendenti, arroganti, che non vedevano l’ora di sposarla per prendere il trono di Odisseo. Ma Penelope escogitò un trucco, promise che quando avrebbe terminato di tessere il sudario di Laerte, l’anziano suocero, avrebbe scelto uno di loro come sposo. In realtà ella tesseva di giorno, e la notte disfaceva tutto, così che la tela non finiva mai, fino a quando fu scoperta. Per questo lei, Atena, doveva subito intervenire, per incoraggiare Telemaco, ormai grande, affinché prendesse in mano la situazione che stava precipitando, con la speranza che intanto Odisseo, libero di lasciare Calipso e salpare da Ogigia, rientrasse al più presto.

Penelope, viene descritta come una donna paziente e devota che attende il ritorno di Odisseo, in viaggio da moltissimi anni, senza perdere la speranza di rivederlo, la stessa speranza che nutre lui. Ma è anche una donna piena di virtù, come abbiamo visto, riesce a studiare degli stratagemmi per resistere ai Proci, e anche per mettere alla prova Odisseo quando rientra, mettendo in atto qualcosa che le consentirà di capire se è lui, perché nell’incontro fra i due, gli sposi faticano a riconoscersi, dato che sono invecchiati …

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ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. CANTO 1 (prima parte):

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. CANTO 1 (prima parte):

Nell’introduzione abbiamo visto che Odisseo, dopo la guerra di Troia, salpa con la sua flotta (dalla città in fiamme), insieme a tutti i suoi uomini, per rientrare ad Itaca, la sua Patria, dove La moglie Penelope ed il figlioletto Telemaco lo aspettano; ma la sua nave sparì all’orizzonte, e di lui e dei suoi uomini non se ne seppe più nulla…
Ma gli Dei ne erano a conoscenza, perché il destino degli uomini è nelle loro mani, soprattutto ad Atena, non è passato inosservato, lei ha un debole per Odisseo, vuole proteggere la sua incolumità perché egli è intelligenza, astuzia e conoscenza, delle quali la Dea è simbolo massimo, e quindi vuole premiarlo con la sua protezione.
Tutte le figure femminili hanno un ruolo importante e di supporto, ma Atena in particolar modo…..

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Lutto e Trapasso, la Consapevolezza del passaggio all’Universo delle infinite possibilità

Nell’affrontare la perdita dei propri cari o la nostra propria fine bisognerebbe pensare come essa altro non sia se non un trapasso, ossia un passare altrove. Un altrove che non conosciamo ma non per questo meno reale ed importante del mondo materiale, non vediamo l’anima delle persone ma chi metterebbe in dubbio che ognuno ne abbia una?

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ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN’INTERMINABILE VIAGGIO.

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN’INTERMINABILE VIAGGIO.

Introduzione:
Nonostante l’agognato ritorno a casa, per Odisseo il viaggio investe una certa importanza, in quanto diventa fonte di conoscenza e quindi la sua stessa dimora, quasi una dimensione esistenziale, una continua ricerca tra tornare e partire. In esso risiedono la sua libertà, quanto il suo rimandare una presa di responsabilità che in qualche modo allontana. Ma è anche la conquista di una sua identità che prenderà sempre più forma attraverso le varie tappe costellate da maghe, ciclopi, principesse, ninfe, Dee, sirene incantatrici… fra le placide, quanto burrascose, onde del mare.

“Un reduce può perdere il ritorno non solo se viene ucciso, ma anche se viene sedotto e fermato dall’ospitalità di chi lo accoglie” (Privitera). Questo impedirebbe il suo ritorno, rendendo incompiuto il suo viaggio.

E tutto ha inizio con la guerra di Troia, causata dal rapimento della bellissima Elena …

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Massaggio californiano emozionale

Il massaggio californiano oppure sensitivo si prefigge l’obbiettivo di far entrare in contatto il corpo con la mente in modo tale da ottenere il benessere dell’intero organismo.
In questa tecnica di massaggio  il contatto è  lungo e avviene in completo silenzio, come fosse una lunga carezza,  attraverso il movimento delle mani il massaggiatore penetra emozioni, desideri e ricordi lontani. Agisce sul benessere psicofisico riequilibrando il sistema nervoso e aiutando il soggetto a ristabilire un contatto con il proprio corpo; ridimensiona ansie e tensioni; aumenta l’autostima e la fiducia in se stessi; aiuta a combattere gli attacchi di panico e stimola il funzionamento del sistema linfatico e circolatorio.

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IL MONDO DEI COLORI Un viaggio tra il Visibile e l’Invisibile – cap.15 – I colori nell’Arte 4 – di Daniela Deneb Felici

Tra i colori secondari (quelli che risultano dall’unione dei colori primari), abbiamo già affrontato il Verde in uno dei capitoli precedenti, ricavato dall’incontro del Giallo e del Blu. Oggi vedremo cosa accade quando il Giallo incontra il Rosso e il Rosso incontra il Blu.
Kandinskij ci invita ad osservare che quando il Rosso incontra il Giallo il suo movimento interiore si irradia e si disperde verso l’esterno, avvicinandosi allo spettatore. “L’Arancione -dice – avanza come un uomo sicuro della sua forza, che dà un’idea di salute. Il suo suono sembra quello di una campana che invita all’Angelus, o di un robusto contralto, o di una viola che esegue un largo”.
L’Arancione simboleggia l’equilibrio fra Istinto (rosso) e Ragione (giallo) che, a un livello superiore, rimanda all’armonia fra il Fuoco delle Profondità e il Fuoco del Cielo. E’ infatti il colore della tunica dei monaci buddisti e dei sacerdoti di Dioniso: per i buddisti simboleggia l’ascensione degli istinti verso lo Spirito; per Dioniso il godimento di uno spirito divino attraverso i diversificati aspetti della creazione. E’ una delle vibrazioni intermedie tra il mondo umano e il mondo divino e può essere di supporto all’Ascesi o alla Caduta. Rappresenta anche la fonte di nutrimento per l’uomo che è il Sole, senza il quale non ci sarebbe vita. Il suo arancione splendente simboleggia la nascita di un nuovo giorno (Ascesi) e la fine di un altro (Caduta).

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EROS E PSICHE (quarta parte) I QUATTRO COMPITI IMPOSSIBILI CHE AFRODITE INFLIGGE A PSICHE: QUARTO COMPITO: IMPARARE A DIRE DI NO

EROS E PSICHE (quarta parte)
I QUATTRO COMPITI IMPOSSIBILI CHE AFRODITE INFLIGGE A PSICHE:

… Nella scorsa puntata abbiamo visto il terzo compito che Afrodite dà a Psiche, dove dovrà riempire un’ampolla di cristallo con l’acqua di una sorgente che si trova in cima ad un’altissima montagna. Fortunatamente le viene in aiuto un’Aquila, che con il suo prezioso intervento, le consente di superare la prova.

QUARTO COMPITO: IMPARARE A DIRE DI NO
Psiche ringraziò L’aquila, prese l’ampolla piena dell’acqua della sorgente e si avviò sulla strada del ritorno, per consegnarla ad Afrodite. La stringeva a sé con la sensazione che le acque di quel torrente fossero simili al tumulto delle sue emozioni, che in qualche modo erano state contenute in quell’ampolla, consentendole di dominare l’emotività e di proseguire. Ma quando arrivò al cospetto di Afrodite, ella si mostrò ancora infuriata e, incolpandola di fare uso di qualche magia, decise di infliggerle una quarta prova: “dovrai discendere agli inferi e farti riempire da Persefone questo vasetto con il prezioso unguento di eterna bellezza, di cui ne sono rimasta sprovvista”. Le lasciò l’ampolla e titubante prese il vasetto che ella le tendeva, sapeva che la stava mandando a morire, allora decise che era meglio arrampicarsi su un’alta torre e porre fine ai suoi giorni, forse quella tutto sommato sarebbe stata la via più breve per arrivare agli inferi. Era in cima e guardava l’orizzonte stagliarsi dinanzi a sé, quando la voce saggia della Torre le parlò…

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IL MONDO DEI COLORI Un viaggio tra il Visibile e l’Invisibile – cap.14 – I colori nell’Arte 3 – di Daniela Deneb Felici

(…)
Il ROSSO che di solito abbiamo in mente è un colore dilagante e tipicamente caldo, che agisce nell’interiorità in modo vitalissimo, vivace e irrequieto. Senza avere la superficialità del giallo, che si disperde in tutte le direzioni, dimostra un’energia immensa e quasi consapevole. In questa agitazione e in questo fervore introversi, poco rivolti all’esterno c’è, per così dire, una maturità virile.
Questo rosso ideale può subire nella realtà grandi cambiamenti, deviazioni e variazioni, dimostrando che si può conservare il proprio tono fondamentale e insieme risultare caldo o freddo.
Il rosso caldo chiaro (o rosso Saturno) produce un effetto che assomiglia un po’ al giallo medio (contiene infatti molto pigmento giallo) e dà sensazioni di forza, energia, tensione, determinazione, gioia, trionfo.
Da un punto di vista musicale ricorda il suono delle fanfare con la tuba: forte, ostinato, assordante.
Il ‘rosso freddo’ (per esempio la lacca di garanza) può acquistare profondità (specialmente con la velatura). Allora cambia anche il carattere: sembra più passionale, meno dinamico, anche se il dinamismo non scompare completamente come nel verde cupo: rimane il presentimento, l’attesa di una nuova, violenta esplosione come qualcosa di mimetizzato ma ancora vigile, capace di emergere improvvisamente. Ricorda i toni appassionati, medi e forti del violoncello.
(…)

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L’attrazione morbosa … Un esempio letterario.

“Fosca ed io vivevamo quasi uniti come due amanti. Se io avessi potuto amarla, sentire veramente per essa ciò che la sola pietà m’induceva a fingere di sentire, nessuna donna avrebbe potuto essere più felice di lei. Perché nessun’altra avrebbe saputo amare più intensamente. Lo stesso affetto di Clara non era né sì assoluto, né sì profondo; non aveva né la forza, né l’abbandono, né la continuità, né la voluttuosa mollezza del suo. La natura di Fosca era stata in ciò privilegiata. Se il cielo le aveva negata la bellezza, lo aveva forse fatto per temperare, col difetto di questa, l’esuberanza pericolosa di quella. Oltre a ciò, ella pensava, agiva, amava come una persona inferma. Tutto era eccezionale nella sua condotta, tutto era contraddittorio; la sua sensibilità era sì eccessiva, che le sue azioni, i suoi affetti, i suoi piaceri, i suoi timori, tutto era subordinato alle circostanze le più inconcludenti della sua vita d’ogni giorno. In una sola cosa era costante, nell’amare e nel contraddirsi

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IL MONDO DEI COLORI Un viaggio tra il Visibile e l’Invisibile – cap.13 – I colori nell’Arte 2 – di Daniela Deneb Felici

Proseguiamo con le riflessioni sul colore di cui ci parla Kandinskij nel suo scritto “La Spiritualità nell’Arte”. E’ molto interessante il suo accostamento dei colori ai suoni: ci aiuta a comprendere meglio ciò che i colori producono nel nostro mondo emozionale.
In quanto artista affronta il tema degli effetti generati dal colore chiedendosi innanzitutto che cosa accade quando lasciamo che il colore da ‘solo’ agisca su di noi e parte da uno schema da lui stesso definito ‘semplicissimo’ e che riassume così:
“Il colore può essere:
caldo o freddo e chiaro o scuro
Ogni colore ha dunque quattro suoni principali: caldo-chiaro, caldo-scuro; freddo-chiaro, freddo-scuro. E’ caldo o freddo il colore che tende rispettivamente al giallo o al blu. Il colore caldo si muove sulla superficie verso lo spettatore, quello freddo se ne allontana.
Questa differenza produce un contrasto tra movimento centripeto o centrifugo: se si disegnano due cerchi uguali e li si colorano rispettivamente di giallo e di blu, basterà fissarli brevemente per notare che il giallo si allarga dal centro verso l’esterno e si avvicina quasi tangibilmente a chi guarda. Il blu, invece, sviluppa un movimento concentrico (come una chiocciola che che si ritrae nel suo guscio) e si allontana da chi guarda. L’occhio è abbagliato dal primo cerchio, mentre si ritrae dal secondo. Questo effetto è reso ancora più evidente dal contrasto di chiaro e scuro: l’effetto del giallo è più intenso se il colore è più chiaro, mentre quello del blu è più intenso se il colore è più scuro.
(…)

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EROS E PSICHE (terza parte) I QUATTRO COMPITI IMPOSSIBILI CHE AFRODITE INFLIGGE A PSICHE: Terzo compito: riempire l’ampolla di cristallo

EROS E PSICHE (terza parte)

I QUATTRO COMPITI IMPOSSIBILI CHE AFRODITE INFLIGGE A PSICHE:
… Nella scorsa puntata abbiamo visto il secondo compito che Afrodite dà a Psiche, di prendere un fiocco di lana del vello d’oro dei feroci Arieti del Sole. Fortunatamente le viene in aiuto una canna di bambù, che con il suo prezioso consiglio, le consente di superare la prova. Nel terzo compito Afrodite chiede alla ragazza di riempire un’ampolla di cristallo alla sorgente di un torrente di montagna.

TERZO COMPITO: RIEMPIRE L’AMPOLLA DI CRISTALLO:
Afrodite non soddisfatta, decide di infliggere a Psiche una terza prova: questa volta dovrà riempire un’ampolla di cristallo con l’acqua di una sorgente che si trova in cima ad un’altissima montagna, ripida e scoscesa. Da quella vetta sgorgava un’impetuosa e gelida acqua, che andava a tuffarsi, con un lunghissimo salto, in una gola profonda e buia, che spariva fra le rocce, per poi tornare ad emergere nella vallata.
Psiche cominciò ad arrampicarsi, il sentiero era scivoloso ed accidentato, il muschio ed i licheni cercavano di attutire l’incedere dei suoi passi, ma nel suo cuore si faceva strada un senso di disperazione ed impotenza, che quasi la tentava a lanciarsi lei stessa fra i fluttui vertiginosi. Teneva stretta a sé l’ampolla di vetro, nel timore che le scivolasse di mano. Arrivata in cima, guardò in basso la potenza del torrente che precipitava in fondo alla caverna, che era sorvegliata da due draghi feroci, dalle pupille sfavillanti che la guardavano con ferocia. Rimase paralizzata e in cuor suo si era ormai convinta che non ce l’avrebbe mai fatta…

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La Kinesiologia Applicata ed Emozionale@

Un piccolo approfondimento per conoscere insieme la Kinesiologia applicata

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