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ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. CANTO 5 (prima parte): CALIPSO

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO.

CANTO 5 (prima parte): CALIPSO

…Era una tiepida giornata primaverile, quelle in cui l’aria si riempie di promesse. La bella Calipso tesse una tela in compagnia delle sue ancelle, ma non riesce a chetare un senso di tristezza, nel pensare ad Odisseo, che ultimamente sente come estraniato, immerso nelle sue nostalgie. I suoi pensieri vagano nella leggera brezza mattutina, quando d’improvviso le appare come dal nulla Ermes, il messaggero di Zeus. Ne rimane quasi spaventata, immaginandosi già chissà quali notizie. – “Ermes, cosa ti porta qui?” – “mia cara, è Zeus che mi manda a dirti che devi lasciare andare Odisseo, è tempo che lui rientri ad Itaca” – “Zeus è crudele con me, lui sa quanto io ami Odisseo, ma se questo è il suo volere, non posso di certo oppormi. D’altra parte ormai la tristezza di Odisseo pervade le nostre giornate, lui si è isolato, e forse è meglio così, anche se questo mi spezza il cuore. Ma sappi che non ho navi, né uomini da mettere a sua disposizione” – “capisco bene, del resto non si possono contrastare le decisioni di Zeus. Basterà che tu comunichi ad Odisseo la tua volontà di lasciarlo andare, e lui troverà il modo”. Detto questo Ermes scomparse, così come era apparso.

Calipso rimase ferma a pensare, non so per quanto tempo, la sua volontà si era come arresa e non riusciva ad organizzare i suoi pensieri in un’azione che seguisse una logica. Piano piano si sollevò da questo stato e si avviò verso la scogliera, dove Odisseo guardava il mare con gli occhi rossi di pianto. Cercò di formulare una frase che fosse adatta, ma le parole le sfuggivano… gli arrivò alle spalle e già una lacrima le solcava il bellissimo viso – “Odisseo, caro, quando vorrai, potrai partire, io ti preparerò delle scorte per affrontare il viaggio…”. La sua voce era lieve e tremante, ma Odisseo la intese bene; si voltò con lo sguardo stupito e alzandosi prese le mani di Calipso fra le sue e stringendole la ringraziò. Lo sguardo si fece di nuovo brillante e quel velo di tristezza lasciò posto ad un guizzo di vitalità che non gli si era più visto. Trasse a sé Calipso, ringraziandola con un tenero abbraccio, dove lei si lasciò andare, con le calde lacrime nascoste sulla spalla di lui. Sapeva che questo era un addio e non poteva farci nulla. Anche lui sentiva la sua tristezza e le asciugò il pianto con una carezza. Poi si accomiatarono. Odisseo cominciò con rinnovato entusiasmo a tagliare dei tronchi dagli alberi per costruirsi una solida zattera, e Calipso tornò verso casa con il cuore gonfio, per preparare ogni tipo di scorta, sia alimentare che di vestiario e attrezzi vari per affrontare la traversata. Era molto preoccupata per i rischi che questa comportava.

In pochi giorni tutto era pronto, l’imbarcazione trainata a riva, pronta a salpare, le scorte bene assicurate sotto la vela. – “Indossa quest’abito mio caro, che ti protegga dalle intemperie e che possa imprimerti il ricordo di me” – “non potrò mai scodarmi di te, e ti ringrazio di ogni momento passato insieme; sarai sempre nel mio cuore, cara amica…” un ultimo sguardo e saltò sulla zattera, e la sospinse nei flutti delle onde dorate, senza più voltarsi. Calipso rimase lì sulla riva, con un vuoto nel petto, persino le lacrime si erano congelate. Poi lentamente salì sulla scogliera dove sempre sedeva Odisseo a rimuginare i suoi ricordi, dai quali lei era esclusa, come a voler catturare ancora la sua presenza. Scorse in lontananza la zattera solcare le onde verso un lontano orizzonte e un pianto dirotto la scosse fino al tramonto. Pian piano si fece coraggio, si ricompose e si avviò verso casa, dove le sue ancelle la attendevano con un bagno caldo che potesse consolarla, prima di coricarsi…

Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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