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ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. CANTO 4: TELEMACO INCONTRA MENELAO

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO.
CANTO 4: TELEMACO INCONTRA MENELAO

…Telemaco e Mentore, assorti nei loro pensieri, guardavano dal finestrino della carrozza le verdi praterie scorrere, fino a scorgere in lontananza la città di Sparta. La reggia era ancora più sontuosa e riccamente decorata di quella di Nestore, ma non c’era da stupirsene, visto che era quella di un Re. Anche qui si mostrarono subito molto accoglienti ed i rituali di benvenuto si ripeterono. Al ricco banchetto gli furono riservati i posti difronte al Re, che non era stato ancora avvisato di chi fossero gli ospiti, ma intorno già si vociferava sulla loro identità; la stessa Elena ne era ormai certa, anche data l’incredibile somiglianza del ragazzo ad Odisseo. Elena fece ingresso nella sala da pranzo e anche solo il fruscio delle sue vesti fece girare Telemaco, che ne rimase subito colpito, dalla sua grazia e bellezza. Era dunque a causa del rapimento di lei che si era scatenata la famosa guerra di Troia, dove il padre aveva combattuto!? Elena si sedette accanto al marito e gli sussurrò che il ragazzo era il figlio di Odisseo. Menelao allora si alzò con il calice alzato e disse: – “caro Telemaco, brindiamo! sono felice che tu sia qui, immagino che vorrai avere notizie di tuo Padre?” – “ad Itaca non possiamo più resistere, i Proci hanno occupato la nostra casa e vivono a spese nostre, in più vogliono costringere mia madre Penelope a prendere in sposo uno di loro, per impossessarsi del tutto del nostro regno” – “tuo padre è stato depistato nel suo viaggio di ritorno, e alcuni Dei che ce l’avevano con lui gli hanno fatto incontrare mille traversie che lo hanno spinto sempre più lontano; ho saputo da un indovino del mare che lui ora si trova nell’isola di Ogigia, presso una ninfa di nome Calipso, che lo ammalia con la sua bellezza, tuttavia nello stesso tempo lui è infelice, perché vorrebbe tornare ad Itaca, ma ha perso nelle sue avventure i suoi migliori uomini e tutte le navi” –“ ma ci sarà pur qualche Dio che lo vorrà aiutare, ora è diventato urgente il suo rientro!” – “certo ragazzo, per questo ti dico che presto lui farà rientro, nel frattempo se vuoi fermarti a Sparta, avrai la nostra più totale ospitalità” – “vi ringrazio davvero, ma la mia flotta è rimasta presso Nestore e dobbiamo rientrare presto ad Itaca, dove sta mia madre, che devo proteggere”.

Nel sentire le sue stesse parole, Telemaco si rese conto che stava diventando sempre più cosciente della responsabilità che aveva nei confronti dei suoi uomini, di Penelope e di Itaca. Intanto i Proci, accortisi della sua partenza, decidono di organizzare un’imboscata contro di lui, al suo ritorno, per eliminarlo e prendere il possesso definitivo della città. Ma qualcosa trapelò, e Penelope fu informata. La disperazione s’impossessò di lei, voleva rimanere sola e si chiuse nella sua stanza a piangere. Atena prese subito le sembianze di un’entità evanescente e le apparve per consolarla e rassicurarla che tutto sarebbe andato bene e che lei stessa l’avrebbe assistita… Il sole stava ormai tramontando, Penelope si ricompose e tornò dalle sue ancelle, mentre Telemaco e Mentore erano già sulla strada di ritorno, verso il porto di Pilo, dove li attendeva la flotta…

Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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