Cerca
Close this search box.

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. CANTO 3: TELEMACO INCONTRA NESTORE

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO.
CANTO 3: TELEMACO INCONTRA NESTORE

…Telemaco si svegliò intorpidito, dall’umido della brezza marina della notte, la nave procedeva lentamente verso l’alba, e nel chiarore lattiginoso, all’orizzonte, s’intravedeva un lembo di terra, era l’isola di Pilo, la patria del vecchio saggio Nestore. Tutto l’equipaggio ancora indugiava nel sonno della notte. Telemaco si avvolse infreddolito nel suo mantello e si avvicinò alla balaustra della poppa, dove Mentore già gli porgeva una bevanda calda che stringeva fra le mani per scaldarsi – “guarda caro, quella nuvola di fumo, lì a riva, sicuramente stanno bruciando delle erbe in onore degli Dei”. L’immagine era suggestiva e malinconica al contempo, i pensieri di Telemaco fluivano leggeri, come un gabbiano che si libra nel cielo per la prima volta. Intanto tutto l’equipaggio si era svegliato, e l’approdo era ormai prossimo.

Nestore li accolse con gentilezza, ma quando gli venne riferito che si trattava del figlio di Odisseo, i suoi modi si fecero accoglienti ed affettuosi; era veramente felice di averlo al suo cospetto. – “mio caro ragazzo, non ho notizie di tuo padre, ma sono sicuro che se andrai da Menelao ed Elena, sapranno dirti qualcosa di più. Ma intanto prima di ripartire voglio condurre te e Mentore alla mia dimora, dove avrete modo di riposare e rifocillarvi”.

Giunsero ad un bellissimo palazzo, adornato di guglie, bassorilievi, statuette, fontane ed imponenti colonne marmoree che innalzavano l’arco d’entrata. Bellissime ancelle li lavarono e li cosparsero di oli profumati. Indossate fresche vesti di lino, andarono in una sontuosa sala da pranzo dove un ricco banchetto li attendeva.
– “Averti qui è una grande emozione mio caro Telemaco, mi risvegli la nostalgia di tuo padre e delle sue gesta. Ricordo che fu sua l’idea di costruire il grande cavallo di Troia per sconfiggere i troiani. Uno stratagemma vincente. Dopo la morte di Achille lui fece costruire questo grande cavallo di legno, nella cui pancia si nascose insieme ai suoi guerrieri più valorosi, poi ordinò al suo esercito di andare alle navi e simulare una ritirata. I troiani a quel punto pensarono di aver vinto e trascinarono il cavallo dentro le loro mura. Ma nella foschia della notte le navi tornarono a riva per assediare la città. Mentre tutti dormivano tranquilli, Odisseo e i suoi uomini uscirono dal cavallo ed aprirono le porte al proprio esercito, che così riuscì finalmente a sconfiggere i troiani e a liberare Elena per riportarla da Menelao…”.

Telemaco ascoltò il racconto quasi fosse una fiaba, così lontana dal suo quotidiano, rifletté sul fatto che non conosceva affatto suo padre, un uomo così valoroso con il quale non riusciva neanche a confrontarsi, rispetto a lui si sentiva quasi un fanciullo viziato, protetto nell’agio della sua casa, dalla quale era partito per cercarlo, per incarnare anche solo un po’ di quel coraggio. Man mano che procedeva nel suo viaggio, attraverso i racconti delle sue gesta, riusciva ad entrare meglio in contatto con questa figura, a svelarne l’animo…
Il mattino dopo una carrozza con due cavalli bianchi, li attendeva fuori dal palazzo per accompagnarli a Sparta, alla sontuosa reggia di Menelao…

Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

Condividi l'articolo