ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. CANTO 10: ODISSEO RACCONTA L’INCONTRO CON CIRCE

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino)
CANTO 10: ODISSEO RACCONTA L’INCONTRO CON CIRCE

… Continuammo a navigare per giorni, fino a giungere all’isola di Eolo, il Re dei venti, che viveva in un bel palazzo con 6 figli maschi e 6 figlie femmine, tutti molto belli, ognuno indaffarato in quelle che erano le loro predisposizioni innate. Venimmo accolti con tale generosità e naturalezza che passò un mese, quasi senza che ce ne rendessimo conto; ma una mattina il richiamo di Itaca mi indusse a chiedere ad Eolo il suo benestare per ripartire. – “partirai Odisseo, e farò in modo che il vento Zefiro, ti sia a favore per tutto il viaggio, inoltre ti regalerò una ghirba con dentro custoditi tutti i venti di tempesta, che potrebbero servirti per essere scagliati contro i nemici. Ma bada a non aprirla, se veramente non ti trovi davanti ad un pericolo, perché se chiamati inutilmente, i venti si potrebbero scatenare contro di te e la tua flotta”. Ascoltai attentamente Eolo, e ringraziandolo presi il largo, con Zefiro che ci sospingeva verso Itaca. Ma ci fu un momento che il sonno prese il sopravvento ed i miei uomini, incuriositi, aprirono la ghirba, pensando potesse esserci dentro un tesoro da spartirsi; ci ritrovammo in un attimo in balia dei più tempestosi venti, la rotta di Itaca, nuovamente persa, costretti ad attraccare in un’isola sconosciuta abitata dai Lestrigoni, una popolazione di cannibali, che riuscì a catturare alcuni di noi e a distruggerci quasi tutte le navi. A stento riuscimmo ad allontanarci, in pochi superstiti, sull’ultima nave rimasta, e come dei poveri relitti ci lasciammo trasportare dal vento fino ad Eeo, un’isola tranquilla dalle spiagge dorate, la cui natura dolce ci accolse come un grembo. I suoi frutti, il pescato, la cacciagione, le insenature ombreggiate, le fresche sorgenti, ci consentirono di riposare pienamente. Nei giorni seguenti decidemmo che un gruppo si sarebbe avventurato nella foresta in esplorazione, e gli altri sarebbero rimasti a riva, in prossimità dell’imbarcazione, per controllarla. Ma dopo un po’ di tempo, nessuno faceva ritorno, ed io, che ero sempre più preoccupato, decisi di avventurarmi da solo; dopo poco vidi uno dei miei uomini che era andato in esplorazione, corrermi incontro spaventato, raccontandomi che una Maga molto bella li aveva ammaliati, e con cibo e bevande magiche li aveva trasformati in maiali, e solo lui si era salvato. Non persi un attimo e mi avvicinai alla dimora di questa potente Maga, ma appena lei mi scorse, mi venne incontro con fare conciliante, con un seducente sorriso e degli occhi brillanti come due stelle. – “mi chiamo Circe, e sarei lieta di offrirti cibo e bevande, per rifocillarti”. Sapevo che se avessi ingerito qualcosa mi sarei anche io trasformato in maiale, quindi rifiutai fermamente le sue offerte. Lei capì subito che ero a conoscenza dell’inganno, e del potere che aveva sugli uomini, che trasformava in bestie dopo averli sedotti; ma siccome era una Maga, con fare voluttuoso mi disse – “or dunque, tu sei Odisseo, lo sapevo che saresti giunto, se potessimo star vicini, libererei i tuoi uomini”. Non volli accettare subito, anche se ero rimasto completamente stregato dalla sua bellezza – “potrò accettare solo dopo che avrai liberato i miei compagni, e non prima”.
Circe, che mai avrebbe sovvertito il suo volere, tuttavia accettò, dato che anche in lei era sgorgata una passione, che ci tenne soggiogati l’uno all’altra per almeno un anno. Come in un incantesimo, fui dimentico di Itaca, della mia famiglia, del mio popolo. Ma giunse il momento che si fece strada dentro di me di nuovo, il richiamo della mia terra. Ne parlai con naturalezza con Circe, che comprese. Lei era piena di passione verso di me, ma non era così innamorata, come si mostrò invece in seguito Calipso, da dovermi trattenere a tutti costi, anzi, mi diede dei consigli per affrontare il viaggio di ritorno. – “tu sai, io leggo nel futuro, e ancora molte traversie dovrai passare prima di rientrare ad Itaca, ma prima dovrai recarti nel mondo dei morti, dove Tiresia ti darà altri consigli e apprenderai delle cose importanti per la tua consapevolezza. Ed ora vai, prima che il sentimento entri nel mio cuore e mi induca a trattenerti”. Il suo sguardo si fece più lucido ed intenso, e notai che in quel momento di fragilità che la stava attraversando, era ancora più bella; ma cercai di ignorare quel sentimento e corsi verso la nave sopprimendo le sensazioni contrastanti. Mi voltai ancora una volta e la salutai come se fosse stata la migliore amica mai avuta. Il congedo fu triste e al contempo dolce. Lei già lo sapeva che doveva essere così, e non lo contrastava, ci teneva troppo alla sua indipendenza per farlo …

… Nausicaa ascoltò attentamente, e non sapeva neanche lei quali sentimenti contrastanti la pervadessero. Da una parte si percepiva come sconfitta in partenza, dall’altra era affascinata dalle emozioni che quest’uomo poteva suscitare nei cuori femminili. Non poteva esserci né gelosia, né pregiudizio. Lui in quei momenti era sincero, totale, appassionato, ma poi rimaneva pur sempre fedele alla sua sposa, ed era da lei che voleva far ritorno. E lei, Nausicaa, doveva imparare a godere di quel momento, similmente ad un diamante incastonato in un attimo di eternità, come aveva fatto Circe, e forse Calipso…

Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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