ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO.
CANTO 1 (seconda parte):
PENELOPE
…Atena si mette dunque in viaggio verso Itaca e pensa alla bella PENELOPE, che per tutti quegli anni (che Odisseo era assente), aveva dovuto tenere a bada i Proci, un gruppo di nobili pretendenti, arroganti, che non vedevano l’ora di sposarla per prendere il trono di Odisseo. Ma Penelope escogitò un trucco, promise che quando avrebbe terminato di tessere il sudario di Laerte, l’anziano suocero, avrebbe scelto uno di loro come sposo. In realtà ella tesseva di giorno, e la notte disfaceva tutto, così che la tela non finiva mai, fino a quando fu scoperta. Per questo lei, Atena, doveva subito intervenire, per incoraggiare Telemaco, ormai grande, affinché prendesse in mano la situazione che stava precipitando, con la speranza che intanto Odisseo, libero di lasciare Calipso e salpare da Ogigia, rientrasse al più presto.
Penelope, viene descritta come una donna paziente e devota che attende il ritorno di Odisseo, in viaggio da moltissimi anni, senza perdere la speranza di rivederlo, la stessa speranza che nutre lui. Ma è anche una donna piena di virtù, come abbiamo visto, riesce a studiare degli stratagemmi per resistere ai Proci, e anche per mettere alla prova Odisseo quando rientra, mettendo in atto qualcosa che le consentirà di capire se è lui, perché nell’incontro fra i due, gli sposi faticano a riconoscersi, dato che sono invecchiati. Penelope dunque appare saggia e forte, degna consorte dell’eroe che più di tutti incarna la conoscenza e la sete di sapere; appare come l’icona apollinea di compostezza virtuosa e d’incontaminata fedeltà. Ma questa può anche essere un’immagine idealizzata, lei potrebbe non rientrare in questo stereotipo; in anni di lontananza aveva avuto i suoi momenti vulnerabili, ma anche si era fatta strada in lei una forza in sé stessa, che era diventata più importante di qualsiasi altra cosa. In essa risiedeva un senso di libertà che la portava sia a studiare stratagemmi per non sposare nessun altro pretendente, ma anche a proteggere e ad assaporare quell’autonomia. Il tanto sperato ritorno di Odisseo, era ormai diventato come un “tempo sospeso”, nel quale tuttavia era intoccabile e libera. Non sappiamo se fosse poi contenta del suo ritorno, dopo il quale avrebbe dovuto riprendere i precedenti ruoli. Era valsa la pena attendere 20 anni o sarebbe stato meglio viverli nella loro pienezza, piuttosto che nei rimpianti? D’altronde, anche Odisseo, dal canto suo, rimanda il suo rientro in patria, si sperde nelle mille vicissitudini, quasi poi questo fosse un ostacolo alla sua libertà, con il timore di sentirsi imprigionato nella noia del focolare domestico… Oppure, nel confrontarsi nelle loro diversità e nel desiderio di libertà, si potranno riconoscere in un modo diverso, dove ognuno potrà esprimere la propria identità, in una nuova reciprocità?
…E dunque Atena arriva ad Itaca, sotto le mentite spoglie del Principe “Mente”, figlio del Re dei Tafi. Trova i Proci che gozzovigliano a corte, sbeffeggiando il giovane Telemaco e facendo apprezzamenti sulla bella Penelope. Femio, Il vecchio cantore di Odisseo, è costretto a suonare la cedra e a cantare per loro, quando all’improvviso arriva uno forestiero, essendo l’ospitalità sacra, viene accolto subito da Telemaco, che gli va incontro chiedendogli – “chi sei e perché sei qui?” – “sono il Principe Mente, mi sono recato ad Itaca perché conoscevo bene tuo padre Odisseo, e pensavo di trovarlo qui” – “non c’è più, non è tornato dalla guerra di Troia, le sue spoglie saranno in fondo al mare o in qualche spiaggia lontana” disse con tristezza – “questo non puoi saperlo, non puoi lasciare che questi Proci prendano possesso del regno. Tu sei grande ormai, tocca a te andare a chiedere notizie di tuo padre per metterti sulle sue tracce. Arma una nave, raduna degli uomini, e parti. Vai dal saggio greco Nestore, e poi a Sparta, da Menelao, loro son certo che potranno aiutarti” – “ti ringrazio Mente, farò così, ma ora rifocillati insieme a me” – “non posso caro, devo ripartire subito”. E così svanì, come era arrivato, lasciando Telemaco nello stupore, pieno di dubbi e timori, ma con una nuova speranza nel cuore… Intanto 2 grandi aquile si librarono in cielo, tutti volsero gli occhi in alto; un vecchio indovino in questo lesse come un segno del destino, e a bassa voce mormorò che Odisseo sarebbe tornato e avrebbe fatto giustizia… Ma intanto i Proci avevano ripresero il loro festino e Telemaco rimase in disparte a riflettere sulle parole di Mente…
Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva