Cerca
Close this search box.

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino) CANTO 11 e 12: ODISSEO CONTINUA A RACCONTARE…

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino)
CANTO 11 e 12: ODISSEO CONTINUA A RACCONTARE…

… e fu così che ripresi il mare, navigai lungo la costa orientale per circa 90 miglia, come mi aveva indicato Circe, e poi girai la rotta verso sinistra, alla volta di un promontorio dal quale si poteva entrare nel regno dei morti. Tutto era avvolto in una fitta nebbia, ma riuscii ad intravedere, su una collina, un arco antico sormontato da bassorilievi con immagini di teschi; mi feci coraggio e varcai la soglia, che apparentemente si immetteva in un paesaggio identico a quello che avevo alle mie spalle, ma inaspettatamente mi ritrovai a sprofondare in una gola buia dove mi venivano incontro le anime dei defunti. Inizialmente ne rimasi talmente terrorizzato, che sguainai la mia spada per difendermi, ma i loro corpi erano inconsistenti… poi apparve Tiresia, colui che doveva darmi il messaggio di cui Circe mi aveva accennato. Mi disse che avrei ancora passato mille traversie prima di poter rientrare ad Itaca, il Dio Poseidone, al quale avevo accecato il figlio Polifemo, era ancora assetato di vendetta e mi avrebbe scagliato contro la furia dei mari. Mi disse che avrei incontrato delle Sirene dal canto stregato e che dovevo fare attenzione a non rimanerne attratto, e poi sarei dovuto passare davanti alle due grotte di Scilla e Cariddi, due temibili mostri che avrebbero cercato di inghiottirci. Infine saremmo giunti sull’isola del Sole, dove pascolavano delle sacre vacche, che mai avremmo dovuto toccare, pena la vendetta degli Dei…

Poi gli chiesi della mia famiglia, ma dietro di lui apparve mia madre, cercai di abbracciarla, ma il suo corpo era inconsistente come gli altri. Non sapevo che fosse morta e ne rimasi sconvolto. Mi disse che Penelope mi aspettava ancora e che mio figlio Telemaco cresceva protetto, ma che i Proci si erano impossessati di tutti i miei averi e che mio padre aveva preferito isolarsi sulle montagne… quelle parole mi trafissero come una lancia, e poi si susseguirono le anime degli eroi che avevano combattuto con me a Troia, ognuno con il suo racconto, di come aveva vissuto le proprie gesta eroiche. Mi prese lo sconforto, a cosa era servito tutto questo se tutte queste persone erano scomparse e tante altre ancora ne soffrivano le conseguenze, compreso me?

Mi accomiatai con struggimento dai miei cari e mi avviai verso l’uscita, per andare ancora incontro al mio ineluttabile destino che mi avrebbe tenuto lontano da Itaca ancora per lungo tempo. Tutto quello che mi predisse Tiresia si avverò e purtroppo all’isola del Sole, i miei uomini, in un momento che fui colto dal sonno, uccisero e arrostirono alcune vacche sacre, e come potete immaginare, la furia degli Dei si scagliò implacabilmente contro la nostra nave. Io solo mi salvai nuotando fra le acque impazzite, mi aggrappai ad un ramo e infine non so come riuscii a naufragare su quella che sarebbe stata da una parte una terra di salvezza, ma dall’altra una forzata prigionia per ben sette anni. Si trattava dell’isola di Ogigia, dove la bella Calipso mi accolse con amore, ma mi trattenne per lungo tempo. Il resto della storia già lo conoscete…

Con queste parole Odisseo concluse il racconto, poi Alcinoo disse – “hai sofferto davvero tanto, ma adesso poniamo fine a tutto questo dolore. Una nave già ti attende nel nostro porto con i miei migliori uomini. Facciamo ancora festa per stasera, e dopo esserti riposato, domani mattina salperai verso la tua Itaca”.

Intanto Nausicaa che era rimasta nell’ombra ad ascoltare i racconti di Odisseo, si palesò difronte a lui, sapeva che presto non l’avrebbe più visto e voleva, in mezzo a quei festeggiamenti, poter avere anche un attimo fuggevole con lui. I loro sguardi s’incrociarono, penetranti come non mai – “dolce Nausicaa non ti dimenticherò mai…”. La trasse a sé con infinito affetto, il suo profumo lo inebriava… e lei si immerse fra le sue braccia e mai avrebbe voluto farlo partire…

Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

Condividi l'articolo