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LE DEE LUNARI parte quinta: le Dee Vergini – Estia

LE DEE LUNARI parte quinta: le Dee Vergini – Estia

Ed eccoci giunti alla terza Dea Vergine; delle altre due (Artemide e Atena), abbiamo parlato nelle precedenti puntate. Ricordiamo che questo tipo di Dee era indipendente, la propria vita era incentrata sui personali obiettivi, non avevano bisogno di dipendere dagli altri, e bastavano a sé stesse.

ESTIA:

Tuttavia Estia si distingue dalle altre due, che sono molto prese dalle loro conquiste che le pongono sempre al centro dell’attenzione, in quanto lei, la sua centratura, la trova più nella spiritualità, nella sacralità delle azioni che compie nelle sue mura domestiche, nella solitudine. Il suo simbolo difatti è il focolare, attorno al quale lei svolge tutte le azioni della giornata. Esso rappresenta il suo fuoco interiore che la scalda, quel centro dal quale emana energia. Questo focolare ha la forma di un cerchio, intorno al quale la vita si concentra e tiene uniti tutti coloro che vi sono riuniti. Ecco perché è importante tenere la fiammella sempre accesa e portarla in tutte le case, nei templi, a presiedere questo punto di incontro, scambio ed energia, alla quale tutti possono attingere. Quasi come un Mandala, è un’energia sacra che Estia, come una Sacerdotessa, ha il compito di portare in ogni nucleo familiare o comunità che si costituisce, dove lei attraverso questo dono del focolare, porta la sacralità nel luogo che lo riceve.

NEL MITO:

Estia era la primogenita di Crono e Rea, i quali avevano avuto tre figli maschi (Ade Poseidone, e Zeus) e tre figlie femmine (Estia, Demetra ed Era). Ma siccome Crono, come in precedenza suo padre Urano, temeva di essere rimpiazzato dai figli, li ingoiava, senza tuttavia poterli uccidere, in quanto divinità sacre. Fino a quando la moglie nascose l’ultimo nascituro, Zeus, e mise in atto un piano per liberare i figli: gli fece ingogliare una pietra, al posto di Zeus, che lo portò a rigurgitare tutti gli altri. Estia fu l’ultima ad uscire e per questo visse più tempo rinchiusa e in solitudine e questo caratterizzò il suo temperamento, ma anche lo sviluppo della sua forza interiore, il contatto con la sua profondità, lo sviluppo del suo fuoco creativo. Non voleva mettersi in mostra, al contrario delle altre dee Vergini, difatti di lei non ci sono immagini, rinunciò anche al suo posto sull’Olimpo, dove Dionisio la sostituì. Era comunque venerata, perché portava i suoi rituali sacri, legati al fuoco della spiritualità, nei focolari, aiutata a volte da suo nipote Ermes, che rimaneva sulla soglia di case a templi per tenere lontano il male. Non volle sposarsi, nonostante Afrodite avesse tentato di farla innamorare di Apollo o Poseidone, che lei respinse.
Estia, grazie al contatto con il suo centro, diventa una figura ferma e di riferimento. Incarna la stabilità, la fermezza anche in situazioni che possono destabilizzare, forse perché ha potuto acquisire un certo distacco emotivo che non la fa essere nè competitiva, né ambiziosa, né appariscente. Tuttavia è molto concentrata su sé stessa, alla ricerca della sua armonia con l’ambiente dove abita, del suo dialogo interiore, della fusione con sé stessa. Si sente completa, ma può apparire fredda e distaccata, tanto da non lasciare un’impronta di sé. Forse dietro questo c’è un timore di essere contaminata. Deve quindi prendersi cura di sé stessa proteggendosi, ma può anche entrare in contatto con quel suo fuoco, per emanare un calore non solo a beneficio della collettività, ma anche per entrare in una vicinanza più calda e coinvolgente con gli altri, uscendo da quel senso d’isolamento e solitudine che l’accompagna, e che la tiene in un ruolo che a volte rimane quasi in un anonimato affettivo…

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

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