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EROS E PSICHE (terza parte) I QUATTRO COMPITI IMPOSSIBILI CHE AFRODITE INFLIGGE A PSICHE: Terzo compito: riempire l’ampolla di cristallo

EROS E PSICHE (terza parte)

I QUATTRO COMPITI IMPOSSIBILI CHE AFRODITE INFLIGGE A PSICHE:
… Nella scorsa puntata abbiamo visto il secondo compito che Afrodite dà a Psiche, di prendere un fiocco di lana del vello d’oro dei feroci Arieti del Sole. Fortunatamente le viene in aiuto una canna di bambù, che con il suo prezioso consiglio, le consente di superare la prova. Nel terzo compito Afrodite chiede alla ragazza di riempire un’ampolla di cristallo alla sorgente di un torrente di montagna.

TERZO COMPITO: RIEMPIRE L’AMPOLLA DI CRISTALLO:
Afrodite non soddisfatta, decide di infliggere a Psiche una terza prova: questa volta dovrà riempire un’ampolla di cristallo con l’acqua di una sorgente che si trova in cima ad un’altissima montagna, ripida e scoscesa. Da quella vetta sgorgava un’impetuosa e gelida acqua, che andava a tuffarsi, con un lunghissimo salto, in una gola profonda e buia, che spariva fra le rocce, per poi tornare ad emergere nella vallata.
Psiche cominciò ad arrampicarsi, il sentiero era scivoloso ed accidentato, il muschio ed i licheni cercavano di attutire l’incedere dei suoi passi, ma nel suo cuore si faceva strada un senso di disperazione ed impotenza, che quasi la tentava a lanciarsi lei stessa fra i fluttui vertiginosi. Teneva stretta a sé l’ampolla di vetro, nel timore che le scivolasse di mano. Arrivata in cima, guardò in basso la potenza del torrente che precipitava in fondo alla caverna, che era sorvegliata da due draghi feroci, dalle pupille sfavillanti che la guardavano con ferocia. Rimase paralizzata e in cuor suo si era ormai convinta che non ce l’avrebbe mai fatta. Si lasciò andare ad un pianto disperato e le sue calde lacrime, solcandole il bellissimo viso, andavano a mescolarsi con le gelide ed impietose acque, che sembravano urlarle di andarsene, di mettersi in salvo… la Natura lì intorno, fu scossa dal singhiozzare della fanciulla, non era abituata, in quel luogo impervio, ad assistere ad una tale disperazione, e mossa a compassione invocò l’Aquila Reale di Giove, che comparve ad ali spiegate, in tutta la sua magnificenza: “ignara ed ingenua fanciulla” le disse “non vedi che questa è un’impresa impossibile anche per gli stessi Dei, persino per Zeus? cosa pensavi di poter fare? Sfidare l’impossibile con la tua stessa vita?”. Detto questo le tolse di mano l’ampolla e, stringendola fra gli artigli, si fiondò con un volo deciso verso i due feroci Draghi, persino loro stupiti di così tanta audacia, ma comunque pronti a fauci spalancate a sputar fiamme. Ma l’Aquila li ammonì, anticipando le loro intenzioni, e in una frazione di secondo attinse alle gelide acque riempendo l’ampolla, urlando con voce possente: “Afrodite stessa ha chiesto che le portassi questo campione!”. Tutta la Natura tacque ed i draghi si rintanarono nella caverna… Psiche tirò un sospiro di sollievo, anche questa prova era stata superata, grazie all’aiuto divino…

Psiche con questo compito ha dovuto fare i conti con il fatto che a volte non ci si può spingere troppo oltre, quando l’ostacolo è insormontabile è meglio fermarsi aspettare un aiuto. Le acque agitate rappresentano le sue emozioni, che la sovrastano al punto di paralizzarla, di buttarla in una tale disperazione che mette a repentaglio la sua stessa sopravvivenza emotiva. L’Aquila rappresenta la capacità di vedere la situazione da una prospettiva diversa, con un certo distacco, di sviluppare una resilienza che le consenta di trovare soluzioni più consone, come il chiedere aiuto, affidandosi. Rappresenta l’animus che deve integrare, l’elemento Aria che agisce con razionalità.

Nel mito, nella vita, nelle relazioni, quando l’eroina (l’eroe) è in difficoltà, tutto quello che deve fare è rimanere sé stessa, senza arrivare ad autodistruggersi, ma continuando a credere che qualcosa cambierà, sviluppando una certa resilienza, sicura che qualcosa le verrà in aiuto, una soluzione che ad un certo punto emergerà dall’inconscio stesso, grazie ad un certo distacco emotivo posto. Le convinzioni creano e fanno manifestare le soluzioni, come la legge d’attrazione. Anche nelle Fiabe, nel momento più cruciale arrivano gli aiuti magici, perché il protagonista ha saputo resistere, senza arrendersi. Ha creduto, pur nella difficoltà, che una soluzione potesse emergere, si è affidato alla possibilità di uscire da una situazione impossibile che imprigionava le sue energie…

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

*alcune parti ispirate dai libri di Jean S. Bolen

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