SCRIVERE A MANO NEL TERZO MILLENNIO E’ ANCORA UN’OPZIONE POSSIBILE?
Per una come me della generazione X, riuscire a ritrovare i propri punti di riferimento nelle nuove generazioni è un po’ difficile.
Tempo fa mi sono trovata a camminare in un parco e a meditare guardando un gruppo di ragazzi della generazione Z. Pensavo: sono così lontani da me? Gruppetti di giovani adolescenti, seduti vicini, in silenzio e intenti ognuno a scorrere le dita sul proprio cellulare: sul volto l’aspettativa di non si sa bene cosa, forse di trovare finalmente il “reel” più divertente o il messaggio tanto atteso.
Ho così cominciato a pensare se quelle stesse dita avrebbero avuto ancora la possibilità di muoversi libere su un foglio esprimendo tutta la loro energia. A quel punto, come un viaggio veloce nella mia mente, mi sono ritrovata in un momento del mio passato in cui la stessa domanda continuava a girarmi per la testa, durante quella calda mattina d’estate a Recanati, dove mi trovavo per andare a scoprire i luoghi e i sentimenti che riguardavano il mio poeta prediletto. Ero affascinata e quasi non riuscivo a respirare per l’emozione di vedere la sua scrittura e gli autografi dei suoi Canti, e cercavo di cogliere nei segni grafici tutte le sensazioni, le passioni e le sofferenze che li avevano ispirati.
Tornando alla domanda iniziale, tuttavia, mi sembrava che gli “amanuensi” avessero poche chances nella realtà contemporanea.
Ancora adesso, quando ci penso ho l’impressione che per la scrittura a mano siano molto poche le possibilità di espansione in un mondo, dove tutto è così fluido e tutto deve andare così velocemente; poi però, riflettendo, ho riscoperto tutto ciò che già avevo assimilato sull’argomento e ho cercato di riportarlo alla luce.
Scrivere a mano aiuta a trovare la concentrazione, a mantenere la tensione, senza lasciarsi distrarre. Obbliga a selezionare i concetti più importanti, a stabilire le priorità ed a sintetizzare quanto stiamo ascoltando.
Scrivere a mano aiuta a memorizzare ciò che stiamo riportando, perché mette in moto ampie regioni del cervello, che nel contempo è anche libero di elaborare nuove idee; asseconda la velocità del pensiero.
Se non dovesse essere sufficiente quanto già da me messo in evidenza, a sostegno dell’attività della scrittura a mano, posso rimandare alla ricerca coordinata da Benedetto Vertecchi di cui mi limito a riportare una parte: “A livello cerebrale esiste un legame tra attività manuale e area del linguaggio, che si influenzano reciprocamente. Nel tracciare manualmente i caratteri del corsivo al cervello del bambino è richiesto uno sforzo in più, la forma di ciascuna lettera deve essere continuamente plasmata perché sia possibile legarla alle altre. Si tratta di una sfida che non è presente nel carattere stampatello o quando si adoperano strumenti elettronici come il touchscreen, che richiedono una gestualità semplice e ripetitiva”. (Scrivere a mano – https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/titolo/8086).
Quindi, considerato tutto ciò, la risposta che secondo me può essere data alla domanda iniziale è: sì.
Scrivere a mano nel terzo millennio, non solo è un’opzione possibile ma è assolutamente necessario.
Patrizia Cavaliere – Grafologa ed Educatrice del Gesto Grafico