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Raccontami una fiaba… Ricordi del Mago di Oz: 9° puntata a cura di Paola Mazzarino

Raccontami una fiaba…

Ricordi del Mago di Oz: 9° puntata a cura di Paola Mazzarino

Dorothy combatte contro la strega malvagia

… Quando la strega vide il segno sulla fronte di Dorothy e le scarpette d’argento, si spaventò; era consapevole di non avere più molti poteri a disposizione e doveva stare attenta. Guardò Dorothy negli occhi e si accorse che in lei c’era uno sguardo buono, limpido ed innocente, capì allora che la bambina non era cosciente dei poteri che possedeva e quindi avrebbe dovuto giocare d’astuzia. Non poteva ucciderla, ma renderla sua schiava, sì.
– “Come ti chiami?” – “Dorothy” – “bene Dorothy, adesso ti cambierai e ti mostrerò la cucina; tu preparerai da mangiare per me e pulirai”. Dorothy la seguì con le lacrime a gli occhi e un peso sul cuore, si sentiva anche responsabile della fine dei suoi amici. Successivamente la strega si recò nel giardino dove stava imprigionato il leone. Prese con sé il suo ombrello, che usava per bastonare chi non le obbediva e anche per proteggersi in caso di pioggia, dato che l’acqua era pericolosa per lei, in quanto aveva il potere di dissolverla, quindi se ne doveva tenere alla larga. Brandì l’ombrello verso il leone, ordinandogli di farsi mettere i finimenti per trainare la sua carrozza. Ma il leone fece uno dei suoi ruggiti che costrinsero la strega a richiudere il cancello di gran fretta. – “fino a quando non ti farai imbrigliare non ti darò da mangiare!”. Dorothy dalla cucina udì il ruggito del suo amico ed una piccola speranza le riaprì il cuore. Quando arrivava la notte scivolava silenziosamente nel giardino, portando dalla cucina qualcosa da mangiare, così poteva condividere un pasto con il suo amico. Cercava insieme a lui una soluzione fino a quando la stanchezza non prendeva il sopravento e si addormentava fra la sua morbida criniera. Prima dell’alba, con Toto in braccio ritornava nella sua stanzetta sulla torre, si faceva un bagno caldo per ripartire, un po’ confortata, verso una nuova giornata di duro lavoro al servizio della strega.
Intanto la malvagia cercava di elaborare un piano per sottrarle le scarpette. Il fatto era che Dorothy non se le toglieva mai, se non quando si faceva il bagno, ma la strega temendo l’acqua non si avvicinava. L’unico potere che le era rimasto era quello di rendere invisibili gli oggetti, così decise di tirare una corda invisibile nel mezzo della cucina, in modo che la bambina inciampasse e lei potesse approfittare di quel momento per sfilarle le scarpe. Tutto andò precisamente come previsto nel suo piano, riuscì a sfilarle almeno una scarpetta, impadronendosi della metà dei suoi poteri. Dorothy si rialzò, questa volta veramente arrabbiata, e Toto vedendola così, prese coraggio anche lui e cominciò a mordere la gamba della strega, che con il suo ombrellaccio gli diede una bastonata terrificante. A quel punto era veramente troppo! – “ridammi la mia scarpa, brutta strega, sei veramente malvagia!” – “neanche per sogno! Anzi ti toglierò anche l’altra, m’impossesserò dei tuoi poteri e sarai per sempre mia schiava!!” Dorothy si chiese di quali poteri stesse parlando, poi sentì una strana forza salirle per tutto il corpo, si sentiva proprio come un leone, prese il secchio d’acqua con il quale aveva lavato il pavimento e lo tirò addosso alla strega. – “beccati questo!” le urlò in viso con tutta la rabbia che aveva trattenuto finora. La strega urlò a sua volta – “nooo, l’acqua noo, ora mi dissolverò… allora lo sapevi che questo mi avrebbe distrutta?” – “e come facevo a saperlo?” disse Dorothy osservando esterrefatta la strega sciogliersi. – “Ora mi dissolverò totalmente, e così sei riuscita a mettere fine ai miei poteri malvagi e scellerati… Adesso diventerai tu la regina del castello e del popolo dei Winkie”. Con questa ultima frase la strega finì di liquefarsi e di lei rimase solo una pozza nera. Dorothy tirò un’altra secchiata d’acqua pulita per lavare gli ultimi residui, raccolse la sua scarpetta, l’asciugò e se la rimise. Poi felice corse a liberare il suo amico leone.
Erano finalmente di nuovo liberi e una rinnovata speranza si apriva nei loro cuori. Si abbracciarono lungamente, sotto lo sguardo un po’ geloso di Toto; erano felici, ma nel profondo sentivano un dolore sordo per la perdita dei loro amici. Toto li guardava con un musetto accattivante; scodinzolava e al contempo abbaiava, come volesse dirgli qualcosa; gli mancava solo la parola. Il leone, che capiva meglio il linguaggio degli animali disse – “cara Dorothy, penso che Toto ci stia suggerendo di andare in cerca dei nostri amici, probabilmente siamo ancora in tempo a salvarli”. Dorothy prese in braccio teneramente il suo Toto e gli disse – “tesoro, non so proprio come farei senza di te, riesci sempre ad avere il giusto intuito”. Andarono su nella sala da pranzo a rifocillarsi e nelle stanze a farsi un bel bagno e a riposarsi, il giorno dopo avrebbero dovuto decidere il da farsi per ritrovare i loro amici. Dorothy rindossò il suo bell’abito di seta e s’attardò un po’ alla finestra della torre ad ammirare il paesaggio sulla brughiera, una pallida luna faceva capolino dietro una nube e i suoi pensieri volavano sciolti nell’aria…

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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