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Raccontami una fiaba… Ricordi del Mago di Oz: 8° puntata a cura di Paola Mazzarino

Raccontami una fiaba…

Ricordi del Mago di Oz: 8° puntata a cura di Paola Mazzarino

Al cospetto della malvagia strega dell’ovest

… Dorothy e i suoi amici si misero in viaggio la mattina molto presto, quando l’aria era ancora frizzantina, lasciandosi alle spalle l’incantevole città di Smeraldo. La sentinella li accompagnò fino al grande portone principale, dove il guardiano della soglia li aspettava per la riconsegna degli occhiali verdi. Dorothy gli chiese – “da quale parte è il castello della strega dell’ovest?” – “nessuno lo sa, non ci sono strade per andarci” – “e come facciamo a trovarla?” – “voi camminate verso ovest e sarà lei a trovarvi, appena entrerete nel suo territorio farà di tutto per distruggervi, nessuno è mai tornato vivo da lì, per questo non ci sono strade, nessuno ci va più”. Dorothy e i suoi amici si guardarono scoraggiati, ma non avevano scelta, se volevano raggiungere i loro obbiettivi dovevano affrontare la situazione. Si accomiatarono dal guardiano della soglia e si misero in cammino sulla vasta prateria senza strade, indovinando più o meno la direzione, seguendo la posizione del sole. Attraversarono chilometri di prati brulli ed aridi, senza alberi, né cespugli, né campi coltivati; era un paesaggio spoglio e assolato e Dorothy si pentì un po’ di essersi lasciata indosso l’abito di seta, che ora risultava non essere molto adatto, anche perché, tolti gli occhiali verdi, si accorse che era bianco. Verso la fine della giornata il sole le sbatteva proprio in faccia, dato che tramontava verso ovest e quella era la direzione da seguire. Dorothy fu esausta ancor prima del crepuscolo e crollò fra l’erba secca, dove l’ombra di un piccolo cespuglio, non si sa come sopravvissuto, le offrì un minimo di sollievo. Si accoccolarono tutti intorno a lei a riposare stretti in quel piccolo refrigerio. Solo il boscaiolo e lo spaventapasseri che non soffrivano né caldo né freddo, né fame né sete, né stanchezza né sonno, rimasero svegli di guardia ad aspettare il mattino. Intanto la strega, che abitava nel castello giallo della città dei Winkie (resi da lei schiavi da decenni), si affacciò alla finestra e con il suo unico occhio acuto vide in lontananza il gruppetto riposare nella prateria. Si allarmò immediatamente. Chi mai aveva osato entrare nel suo territorio! Si portò alle labbra il fischietto d’argento che aveva appeso al collo e ci soffiò una volta. Apparvero istantaneamente 40 lupi ferocissimi e li ordinò di andare a sbranare gli intrusi. Il boscaiolo li vide arrivare all’orizzonte – “li affronterò con la mia ascia, nonostante sia ancora buio” e con grande stupore dello spaventapasseri, come un guerriero ninja, affrontò uno ad uno i feroci lupi, annientandoli. La malvagia strega, che osservò la scena dalla finestra, inizialmente rimase stupita, ma quando realizzò quello che era successo, soffiò nervosamente due volte nel suo fischietto d’argento. 40 corvi giganti si posero sulla balaustra del suo balcone – “volate su di loro e accecateli con il becco!” Lo spaventapasseri quando vide lo stormo avvicinarsi disse – “ora ci penso io a farli scappare!” alzò le braccia agitandole da un lato all’altro, provocando un tale spavento nei corvi, che si dileguarono lontano, lontano. La strega non si diede per vinta, prima che si facesse giorno doveva eliminare gli intrusi! Fischiò ben tre volte e subito si formò uno sciame di api nere davanti alla finestra – “andate e riempiteli di pizzichi!” lo spaventapasseri e il boscaiolo a questo punto decisero di agire insieme. Il boscaiolo aiutò lo spaventapasseri a sparpagliare sui compagni di viaggio tutta la paglia del suo corpo, in modo da renderli invisibili e inaccessibili. Quindi le api si avventarono solo sul boscaiolo, spezzando tutti i loro pungiglioni sul metallo del suo corpo; poi aiutò il suo compagno a ricomporsi. Intanto si stava facendo giorno, Dorothy e gli altri si svegliarono e rimasero un po’ scossi nel trovarsi di fronte allo sconvolgimento di quel campo di battaglia. – “dobbiamo andare avanti” disse il leone – “siamo invincibili!”. Fecero colazione e si rimisero in viaggio, prima che il sole diventasse cocente in quel deserto senza fine. Intanto la furia della strega era diventata incontenibile. Chiamò a raccolta i suoi 12 schiavi più forti e ordinò loro di andare a distruggere gli stranieri. Quello dei Winkie non era un popolo molto coraggioso, ma dovendo ubbidire si armarono di spade, scudi ed elmetti e si misero in viaggio. Ma quando il leone li vide arrivare fece un ruggito talmente potente che persino la terra tremò e dei 12 Winkie non se ne vide più traccia. Anche la strega fu costretta a sedersi per non perdere l’equilibrio, perché tutto il castello sussultò. La cosa era più seria di quel che pensasse, aveva esaurito quasi tutti i suoi poteri, non gli rimaneva altro che usare la sua ultima potente magia contro quella che pareva essere una minaccia di forte entità. Aspettò che venisse di nuovo la notte e con una lanterna salì sulla torre, dove, in un baule era custodito un copricapo magico tessuto con fili d’oro e decorato con diamanti e rubini. Indossandolo si potevano esprimere al massimo tre desideri all’esercito delle terribili scimmie alate, dagli artigli aguzzi. Lei aveva già consumato i due primi desideri: uno per rendere schiavo il popolo dei Winkie, e l’altro per scacciare Oz da quelle terre e averne il completo dominio. Le rimaneva l’ultimo desiderio. Senza pensarci troppo indossò il magico copricapo, pronunciò 4 formule magiche con parole incomprensibili e subito arrivò l’esercito delle scimmie volanti. Il comandante disse alla strega – “questo è il tuo ultimo desiderio, poi saremo di nuovo libere; hai già perso i tuoi lupi, i tuoi corvi, le tue api nere e i tuoi schiavi di palazzo, sei sicura di voler utilizzare la tua ultima risorsa? Ti rimarranno solo i tuoi piccoli trucchetti magici con i quali potrai fare ben poco per difenderti” – “sono sicurissima” disse la strega – “devo assolutamente fermare l’avanzata di questi nemici. Fateli fuori tutti, eccetto il leone che lo voglio imprigionare per poi addestrarlo a trainare la mia carrozza”. Il comandante fece un cenno e l’esercito prese il volo. La strega rimase ad osservare dall’alto della torre con una prospettiva da brivido, con il poco chiarore del primo quarto di luna. Il boscaiolo fu il primo ad essere catturato dagli artigli di una scimmia che in volo lo portò in alto per poi farlo precipitare in una zona rocciosa dove lo schianto lo ammaccò talmente tanto da renderlo inutilizzabile. La stessa sorte toccò allo spaventapasseri, i cui artigli di una seconda scimmia gli aprirono i vestiti in volo, sparpagliando tutta la sua paglia qua e là nel deserto. Il leone fu imbrigliato con delle corde da due scimmie velocissime che lo portato in volo al castello in un giardino recintato con alte grate in ferro battuto. A quel punto Dorothy che stringeva a sé il piccolo Toto, si sentì persa, aveva capito che la fine era vicina, che non avrebbe più rivisto i suoi amici e tantomeno i suoi zii nel Kansas. Per la prima volta da quando era partita si sentì veramente impotente e con un senso di sconfitta. Rimase lì paralizzata, in mezzo alla prateria, aggrappata all’abbraccio di Toto, in attesa di un destino ineluttabile che le sembrava di non meritare. Fu il comandante stesso a dirigersi verso di lei, ma nell’avvicinarsi notò un segno sulla fronte di Dorothy che le aveva lasciato il bacio della fata buona, e le scarpette d’argento della defunta strega dell’est. Fece quindi cenno al suo esercito di fermarsi – “questa bambina è protetta dai poteri del bene, che sono più potenti dei poteri del male, quindi non possiamo toccarla. La porteremo dalla malvagia strega dell’ovest per un confronto diretto”. Sollevò delicatamente la bambina con il suo Toto e la portò al castello. – “Il nostro compito finisce qui” disse il comandante alla strega – “la bambina possiede i poteri del bene, non possiamo toccarla questa è l’ultima volta che ci vediamo, i tuoi desideri sono esauriti”. Detto questo fece ancora un cenno al suo esercito, che con un gran fragore di ali prese il volo, componendosi in uno stormo a forma di aquila che oscurò il cielo per alcuni secondi. Ora la bimbetta terrorizzata era al cospetto di questa malvagia strega dell’ovest che a sua volta la guardava con un certo timore, nonostante il suo animo spietato. Dorothy era lì immobile, trattenendo il respiro, come se questa potesse essere l’unica modalità per sfidare il meno possibile la furia della strega. Persino i pensieri si erano fermati; solo il cuoricino di Toto che batteva all’impazzata contro il suo petto, produceva un ticchettio che rompeva quel silenzio glaciale …

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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