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Raccontami una fiaba… Ricordi del Mago di Oz: 2° puntata, a cura di Paola Mazzarino

Ricordi del Mago di Oz: 2° puntata, a cura di Paola Mazzarino

…E così dopo la prima puntata, emersa unicamente dal magazzino dei miei ricordi, decisi che dovevo andare a rileggermi il libro. Così mi arrampicai sugli scaffali e lo trovai in mezzo ai tanti libri, un po’ impolverato. Mi immersi immediatamente nella lettura, che mi catturò per settimane, ma decisi che volevo attraversare questa fiaba, che tanto mi aveva affascinata. Presi carta e penna e la riscrissi, come se fossi io la Dorothy che si avventurava in quel fantastico mondo….

…Dunque Dorothy si mise in viaggio, lungo la strada lastricata di ciottoli color verde chiaro; doveva arrivare alla città di Smeraldo, dal famoso Mago di Oz, per farsi dire come tornare al suo paese, del quale intanto si era ricordata il nome.
Era piacevole camminare lungo questa via, circondata di alberi fioriti con graziose casette disseminate qua e là. I ciottoli si susseguivano regolari e lisci, quasi a formare un disegno, di cui Dorothy era intenta, osservandone la geometria, a saltellare da un ciottolo all’altro con Toto che trotterellava dietro di lei. Cammina, cammina ad un tratto si sentì stanca e anche un pochino affamata. Decise di fermarsi su un tronco tagliato ai bordi di un campo di grano. Depose il suo cestino e cominciò ad apparecchiare con una tovaglietta a quadrettini, con Toto che la osservava con impazienza; ma ad un tratto sentì una vocina che proveniva dal campo di grano. Dorothy all’inizio non ci prestò molta attenzione, fin quando Toto cominciò ad abbaiare con insistenza. Salì sulla staccionata per vedere meglio, e lì, in mezzo al prato, appeso ad un palo, c’era uno strano omino, tutto vestito di paglia. Dorothy si avvicinò e chiese – “salve… cosa ci fa lì su quel palo? voglio dire, deve essere piuttosto scomodo!” – “salve, oh cara bambina, io sono uno spaventapasseri, ma sono talmente buono che nessun passero si spaventa; un corvo mi ha detto che mi manca solo un po’ di cervello per essere come gli altri” – “e allora cosa ci fa lassù e cosa fa tutto il giorno?” – “niente, mi sento pure solo, mi hanno abbandonato su questo palo e non posso neanche stare in compagnia dei miei pensieri, perché è da poco che mi hanno fatto, quindi non ho ancora pensieri o ricordi” – “bè certo, non ha il cervello!” – “giusto! Non ci avevo pensato!” – “e come avresti potuto” – “senti, come posso fare a procurarmi un po’ di cervello? Almeno potrei pensare e mi sentirei meno solo, se solo potessi scendere da questo palo…” – “se vuoi, puoi venire con me alla città di Smeraldo, dal Mago di Oz; lui risolve tutti i problemi, io ci sto andando”. Lo spaventapasseri rimase un attimo in silenzio a cercare di riflettere, ma dato che non aveva il cervello capì che non poteva riflettere. Però si accorse che non aveva ancora chiesto alla bambina come si chiamava. – “ma come ti chiami?” – “io sono Dorothy, tutti mi conoscono! ho ucciso la cattiva strega dell’est che teneva prigioniero il vostro paese” – “um…già… bene, allora se mi tiri giù verrò con te, anche se non so proprio chi è questo Mago di cui parli e perché mai una bambina con così tanto cervello dovrebbe andarci?” – “io sono stata portata via dal mio paese con un uragano che ha trasportato la mia casa fin qui” – “di che paese si tratta? Magari basta che chiedi a qualcuno di qui, senza scomodare questo famigerato Mago” – “no! Nessuno lo sa, il paese, che mi sono ricordata chiamarsi Kansas, è molto lontano ed è molto diverso da qui. Ad esempio lì non ci sono colori, è tutto grigio, anche l’erba e le persone… ne hai sentito parlare?” – “no… ma non capisco, tu che hai il cervello, perché vorresti tornare in questo Kansas tutto grigio?” – “perché lì c’è la mia famiglia, e saranno pure preoccupati!” – “bè certo. È una fortuna per il Kansas che ci siano persone con il cervello come te che ci vogliono abitare, altrimenti non ci starebbe nessuno. Io che non ho il cervello, preferisco stare qui, che è tutto colorato, ma forse se avessi il cervello…” – “basta, ti prego, mi stai confondendo, forse è meglio che ci avviamo, prima che ci colga la notte”. Così Dorothy tirò giù lo spaventapasseri dal palo e si misero in cammino. Toto non era molto convinto del nuovo compagno di viaggio, ogni tanto lo guardava diffidente, ma presto sarebbero diventati inseparabili. Dal canto suo Dorothy si fece silenziosa, tutto quel parlare l’aveva un po’ disorientata. La notte incombeva e lei cominciava ad essere stanca, meno motivata e si sentiva in qualche modo responsabile per i suoi compagni di viaggio. E se Oz non avesse risolto i loro problemi? Ma adesso non ci voleva pensare, era troppo esausta. Nel fitto del bosco intravidero finalmente una piccola capanna dove passare la notte…

Paola Mazzarino, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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