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Raccontami una fiaba… Ricordi del Mago di Oz: 15° puntata a cura di Paola Mazzarino “Attraverso la fitta foresta”

Raccontami una fiaba…

Ricordi del Mago di Oz: 15° puntata a cura di Paola Mazzarino

“Attraverso la fitta foresta”

… la notte passò serena, Dorothy quando si coricò pensò che non avrebbe chiuso occhio per l’ansia della partenza, invece una strana apatia si era insinuata dentro di lei. L’emozione del viaggio, la speranza di trovare una soluzione, di riuscire nella sua impresa, avevano ceduto il posto ad un’insidiosa rassegnazione. Fortunatamente c’erano i suoi compagni di viaggio a spronarla per l’ennesima avventura, ma lei, nel suo profondo, non ci credeva quasi più, si sentiva priva di energia. Quasi, quasi si poteva pure adattare a rimanere nella città di Smeraldo, in fin dei conti, anche se non era casa sua, era comunque un bellissimo posto, elegante, sfarzoso, colorato … e tutti erano gentili. Con questi pensieri si addormentò, senza quel minimo di adrenalina che le desse lo sprint per la partenza del giorno dopo.
Fu Toto a svegliarla con le sue zampettine al bordo del letto, la guardava con quel musetto accattivante e piccoli mugolii, come a dirle – “ma come mai non zompi giù dal letto? È tardi, dobbiamo metterci in cammino!”. Dorothy indugiò ancora al calduccio delle coperte, passando mentalmente in rassegna tutto quello che doveva portarsi e i vestiti più opportuni da indossare. Si alzò pigramente e si preparò senza nessun entusiasmo. Toto cominciava a preoccuparsi, non aveva mai visto la sua padroncina così spenta … si avviarono nel grande atrio, dove i suoi amici già attendevano con ansia. L’ancella salutò Dorothy con un affettuoso abbraccio e la sentinella era pronta sull’uscio per accompagnarli fino alle porte della città dove il guardiano li aspettava. Dorothy era un po’ triste per questa partenza, – “mia cara” disse il boscaiolo – “cosa ti succede? Ti vedo un po’ giù stamane” – “non preoccuparti, sono solo un po’ stanca, andiamo ora”. Consegnarono gli occhiali verdi all’uscita e si accommiatarono anche dal guardiano, non dopo mille raccomandazioni sui pericoli della strada. Lo spaventapasseri promise di tornare al più presto per governare la città, almeno così sperava. Camminarono verso sud tra grandi prati fioriti quasi tutto il giorno, giunsero verso il tramonto ad un piccolo laghetto circondato da qualche alberello, decisero di fermarsi lì per la notte e per rifocillarsi. Tutto era andato liscio finora, il sole e il profumo dei fiori avevano un po’ rinfrancato Dorothy che stava riprendendo un po’ di buon umore. Il mattino dopo, alle prime luci dell’alba, ripresero il cammino, seguendo il filare di alberi che partiva dal laghetto, giunsero ai margini di una fitta foresta di cui non si vedeva la fine. Il boscaiolo si mise in capo alla fila, in modo da creare, con la sua ascia, un varco nei punti più fitti. Arrivarono in una piccola radura contornata da enormi alberi secolari. Fecero una piccola merenda e si rimisero in viaggio, ma i rami di un albero si piegarono verso di loro, li catturarono nelle loro fronde per poi ributtarli per terra lontani dal passaggio. Il boscaiolo, dopo due o tre tentativi, riuscì con la sua scure a sconfiggere questi rami guerrieri e ad aprire un varco per il loro passaggio. Proseguirono con circospezione, ma fortunatamente non accadde più nulla. Il sentiero cominciò a farsi meno fitto e allargandosi apriva la vista ad un paesaggio più luminoso che preannunciava la fine della foresta. S’intravedeva in lontananza qualcosa di bianco, ma non si capiva ancora bene di cosa si trattasse. Avvicinandosi si delineò davanti a loro un lungo muro di porcellana bianca, che si estendeva a perdita d’occhio sia a destra che a sinistra. – “dobbiamo scavalcarlo, non abbiamo scelta” disse lo spaventapasseri, – “ma come facciamo? È tutto liscio e non ha neanche dei punti di appiglio” disse il boscaiolo – “e poi è così alto!” replicò Dorothy – “bè, possiamo costruire una scala con i rami degli alberi” suggerì lo spaventapasseri. Il boscaiolo si mise subito all’opera, lui tagliava i tronchetti e gli altri li assemblavano. La scala fu issata e quando tutti furono in cima al muro, un paese tutto interamente di porcellana, si stagliò davanti a loro …

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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