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Raccontami una fiaba… Ricordi del Mago di Oz: 10° puntata a cura di Paola Mazzarino

Raccontami una fiaba…

Ricordi del Mago di Oz: 10° puntata a cura di Paola Mazzarino

Di nuovo insieme di ritorno alla la città di Smeraldo

… Dorothy si svegliò nella stanzetta sulla torre con un senso di beatitudine profonda, nella penombra s’intravedeva il primo chiarore del mattino. Era bello starsene al calduccio sotto le coperte a godersi il fruscio delle fronde degli alberi e l’ondeggiare delle tende cullate dal vento, che s’insinuava dalla finestra socchiusa. Toto dormiva raggomitolato in un cantuccio del letto. Anche il paese era ancora addormentato, avevano festeggiato fino a tarda ora la liberazione dal dominio della malvagia strega dell’ovest.
Il pensiero le volò subito ai suoi compagni di viaggio, spersi nella prateria. Si alzò di scatto e si vestì in un baleno, tanto da spaventare Toto – “chiama il leone, presto! Dobbiamo studiare un piano per andare a cercare i nostri amici”. Toto sparì dietro alla porta per ricomparire poco dopo seguito dal leone ancora sonnecchiante. – “dobbiamo chiedere aiuto ai Winkie” disse – “loro conoscono il territorio e ci possono aiutare a metterci sulle tracce del boscaiolo e dello spaventapasseri”. Dorothy chiamò le guardie del palazzo e insieme decisero le zone da perlustrare. Si ricordarono di aver visto il boscaiolo sfracellato (quando erano in volo, rapiti dalle scimmie alate) in una zona rocciosa, e lo spaventapasseri sui rami di un grande albero. Dalla descrizione dei luoghi i Winkie si erano fatti un’idea di dove dirigersi. Partirono a cavallo con il leone che li seguiva. Camminarono tutto il giorno e parte della notte, tranne per qualche pausa per rifocillarsi. La luna già splendeva alta nel cielo quando arrivarono nella zona rocciosa e, grazie al suo chiarore, riuscirono ad individuare il luccichio della struttura metallica del boscaiolo in fondo ad un canalone. Non fu facile tirarlo fuori di lì. Passarono poi il resto della notte a riposarsi con la carcassa del boscaiolo avvolta in una coperta. Il mattino dopo Dorothy avrebbe voluto proseguire le ricerche dello spaventapasseri. – “signorina Dorothy” le disse il capo delle guardie – “la zona delle grandi querce è tutta dall’altra parte. Conviene ripassare al castello, affidare alle cure dei fabbri il vostro amico e dopo esserci adeguatamente rifocillati e riposati riprenderei le ricerche al primo chiarore del giorno”. Dorothy inizialmente era un po’ contrariata, ma dai visi stanchi di tutti capì che quello che diceva la guardia era saggio e che dovevano riposare decentemente. Il giorno dopo pronti per la partenza, inaspettatamente li raggiunse il boscaiolo, già rimesso a nuovo dai fabbri che ci avevano lavorato tutta la notte – “aspettatemi, vengo anch’io con voi!” Dorothy quando lo vide gli buttò le braccia al collo e pianse di commozione. Ringraziò i fabbri per il bel lavoro svolto in così breve tempo e partirono in fretta. Camminarono fino al tramonto e proprio mentre il sole spariva dietro le colline azzurrine, intravidero il boschetto delle vecchie querce, sopra una delle quali erano appesi sparsi, i vestiti dello spaventapasseri. Il boscaiolo dovette tagliare dei rami alti per recuperare tutti i pezzi… il giorno dopo, quando tornarono al castello, lo spaventapasseri fu affidato alle cure dei sarti che lo rimisero a nuovo, riempiendolo anche di paglia fresca.
Dopo questa felice riunificazione fecero festa per tre giorni con canti, balli, giochi ecc. intorno ad un bel falò, con tante focacce, dolci, frutta, pietanze prelibate e sidro a volontà. Il popolo dei Winkie era veramente ospitale e immensamente riconoscente. Chiesero a Dorothy di diventare la loro regina e al boscaiolo di essere il capo delle guardie. Ma Dorothy pensava ai suoi zii, al Kansas e sapeva di non potere accettare, suo malgrado. Arrivò la mattina dei saluti e i Winkie, un po’ tristi, erano pieni di doni preziosi per i nuovi amici: al leone e a Toto diedero dei collari d’oro con raffinate pietre incastonate; al boscaiolo un oliatore anch’esso d’oro e allo spaventapasseri un bastone da passeggio con un pomo, ovviamente d’oro. Infine per Dorothy un grazioso braccialetto tutto tempestato di diamantini. La fanciulla indossava anche il copricapo di pietre preziose che usava la strega per chiamare le scimmie, ma senza conoscerne i poteri magici. Gli abbracci furono lunghi e pieni di raccomandazioni. Con il paniere pieno di viveri ed una bella coperta tessuta dalle donne del paese, s’incamminarono verso est, in quella prateria senza sentieri, dove l’unico punto di riferimento era la direzione del sorgere del sole.
Camminarono due giorni e due notti e a metà della terza giornata ebbero la netta sensazione di stare a girare in tondo, o perlomeno di essere veramente fuori rotta. Il paesaggio era sempre uguale e non s’intravedeva una minima traccia all’orizzonte, della città di Oz. Si sedettero esausti e un po’ scoraggiati, mangiarono qualcosa e sonnecchiarono un po’ in attesa di un’ispirazione. Ad un tratto a Dorothy venne un’idea – “e se chiamassimo la regina dei topini con il suo popolo? Loro conosceranno senz’altro la strada per la città di Smeraldo!!” – “ma che idea fantastica, come non averci pensato prima!” disse lo spaventapasseri. Dorothy prese il fischietto che aveva al collo e ci soffiò forte dentro. In pochi minuti da tutte le direzioni arrivarono migliaia di topini con la loro Sovrana – “cosa posso fare per voi?” disse la reginetta affettuosamente, ben felice di rivederli – “dobbiamo tornare da Oz che ora dovrà esaudire i nostri desideri, ma abbiamo perso la strada, o meglio, non la troviamo proprio”, La regina rimase un attimo in silenzio a riflettere – “sono davvero felice che siate riusciti a vincere sulla strega, complimenti! Ma la città di Smeraldo è lontanissima da qui e voi siete già troppo stanchi e a corto di provviste, per arrivarci a piedi ci vorrebbero almeno altri tre giorni, salvo imprevisti. Ma vedo che hai il copricapo magico in testa, lo puoi utilizzare” – “magico?” disse la bambina toccandosi la testa – “ma davvero? E come dovrei fare?” – “dentro, se guardi bene, c’è ricamata una formula magica, se tu la pronunci arriveranno le scimmie alate e potrai chieder loro di portarvi alla città di Smeraldo in poche ore di volo” – “le scimmie alate!” disse il boscaiolo terrorizzato – “ma siamo matti!! Io non voglio mica fare la fine di prima” – “non c’è pericolo” disse la regina – “loro obbediscono solo a chi indossa il copricapo magico, quindi faranno esattamente quello che gli chiederete”; Dorothy si tolse il cappello e con circospezione pronunciò la formula magica; i topini scapparono, perché avevano paura di quegli esseri alati. Dorothy fece appena in tempo a ringraziare la reginetta e a rimettersi in testa il copricapo che le scimmie già comparivano all’orizzonte. Un brivido le percorse la schiena al ricordo della brutta esperienza passata, ma rassicurata da quello che le aveva detto la sovrana dei topini, si fece coraggio. Lo storno si avvicinava sempre più, oscurando il cielo, con un frastuono di ali fruscianti. Si strinsero tutti vicini, con Toto completamente nascosto fra la criniera del leone, in attesa che tutte le scimmie fossero atterrate nella prateria …

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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