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LE DEE LUNARI parte terza: Ecate

LE DEE LUNARI parte terza: Ecate

Nelle scorse puntate abbiamo visto che Le tre Dee associate alle fasi lunari sono: Artemide, che rappresenta la giovinezza, Demetra la maturità, ed Ecate la vecchiaia. Abbiamo già raccontato di Artemide, di Demetra e di Persefone (il cui mito era strettamente collegato), ora parleremo di Ecate.

ECATE:

Ecate è collegata alla fase della Luna calante e a quella nuova, quindi anche al passaggio dal buio alla luce, dalla morte alla rinascita. Colei che accompagna gli esseri in questo passaggio. Simboleggia l’anzianità, la saggezza, la maturità la menopausa. Il suo mito è antichissimo e ha subito dei cambiamenti nei secoli, in quanto rappresentava un aspetto molto potente del matriarcato, che intimoriva, e che quindi è stato demolito e rimanipolato, al contrario delle altre due dee lunari che mantengono il loro simbolismo femminile. È una donna nutriente che ha pieno possesso dei suoi poteri ed è in grado di trasmetterli, presiedeva il mondo dei morti, nel delicato passaggio da un regno infero, quando la Luna era nera, alla nascita, rappresentata dalla luna nuova. Questo evocava mistero, timore, qualcosa che poteva avere un potere incontrollato, quasi magico, immenso, ma che il patriarcato ha avuto bisogno di demonizzare con rappresentazioni della Dea quasi diaboliche. L’uomo temeva l’inconscio femminile, tanto da rinnegarlo, relegandolo all’oscuro (Luna nera). Quindi Ecate cominciò a subire tali trasformazioni, che diventa difficile rintracciarne la sua autentica immagine originale. Lei accompagna gli umani nell’ultima delicata fase della Luna, quella in cui si deve attraversare il buio, affidandosi all’ignoto, per poi riemergere dall’altra parte. Ma questo ha dato spazio ad interpretazioni e proiezioni negative, trasformandola in una specie di strega. Mentre Demetra, attraverso i riti eleusini, riesce a trasmettere un concetto diverso della morte, visto più come il ciclo di un seme che sta nel buio della terra a marcire, fino a quando genera un piccolo germoglio che torna in superficie per ridare il via alla vita. Questi riti trasmettevano un senso più tangibile, meno minaccioso della rappresentazione dei cicli che venivano associati alla ciclicità della luna. Ed Ecate era legata all’ultima fase, quella del passaggio, la più delicata, quella alla quale era affidata la ciclicità, il ritorno sempre uguale, ma mutevole, dell’eterno ciclo lunare, connesso ai cicli femminili. Ma quando il patriarcato prese il sopravvento, il valore femminile simboleggiato dalle Dee lunari venne circoscritto solo ai significati legati alla maternità, alla crescita, al matrimonio e quindi la “Grande Madre” venne frammentata in tante Dee (che non erano più in grado di influenzare le fragili coscienze), alcune riconosciute, altre rinnegate, come Ecate. Nonostante ciò essa continuò a rappresentare un simbolo venerato dalle altre donne, in quanto portatrice di saggezza, di guarigione, di motivazione, di spiritualità e trasformazione attraverso i cicli di morte/rinascita a cui tutti gli elementi della natura sono soggetti, in un eterno alternarsi, proprio come la Luna. Persino Persefone, che viene accompagnata da Ecate fuori dal regno di Ade, per ricongiungersi con Demetra durante i mesi freddi, simboleggia questa ciclicità. In questa ripetizione che viene portata avanti nel tempo eterno, leggiamo la continuità della vita, ma manca alla Luna il concetto di individuazione incarnato successivamente dall’archetipo del Sole.

NEL MITO:

Ecate era figlia di due Titani, simboli di luce splendente e veniva descritta come la Regina delle stelle. Era presa in grande considerazione per le sue origini, tanto che le venne conferito lo stesso potere di Zeus, di concedere la realizzazione dei desideri a gli umani. Custodiva e presiedeva anche i crocevia: qualunque incrocio, in particolare quello di incontro di tre vie, era a lei sacro perché considerato un posto di concentrazione di energie: “le strade, i cammini, i destini si incrociano e portano ad una scelta. Quindi era la Dea delle scelte e della libertà di scelta. proteggeva i viandanti, aiutandoli a scegliere il percorso giusto e ad individuare i passaggi meno rischiosi”. Ecco perché in alcune rappresentazioni Ecate ha addirittura tre teste, ognuna che guarda in una diversa direzione. Questa triplicità è associata anche al passaggio vita, morte e rinascita. Infatti i suoi simboli sono: la torcia che illuminando le tenebre, aiuta le anime nel loro passaggio verso la possibilità di ritrovare la scintilla della nuova vita. Il coltello che aiuta a tagliare il legame corpo, spirito (anche i cordoni ombelicali). La chiave della soglia del regno dei morti, di cui lei diventa la guardiana per controllare il passaggio fra i due mondi. E poi il serpente che con la sua forma è associato ad una figura labirintica a tre direzioni, che indicano sempre un rinnovamento attraverso tre fasi. E ancora, ella è sia Una che Trina, in quanto riunisce in sé i tre aspetti del femminile, di fanciulla, di madre e di anziana, ovvero di Artemide, Demetra ed Ecate, (Luna crescente, Luna piena, Luna calante). Lei rappresentava la luna calante, associata allo stadio finale di crescita di ogni donna, che può avere un’ampia visione del passato, del presente e del futuro e può attraversare tutti i regni. Quello in terra legato agli uomini, quello in cielo legato agli Dei, e quello sotterraneo legato agli inferi. Questo le conferisce una visione ampia, una capacità introspettiva ed una libertà interiore nella quale padroneggia il suo potere trasformativo e rigenerante, con potenzialità guarenti, sciamaniche e magiche che condivideva con altre maghe, come Medea e Circe, che rappresentavano però gli aspetti ambivalenti del femminino più oscuro, quello più temuto e non compreso, che fa scivolare il simbolismo della grande Dea nell’ombra, in cui Ecate, Circe e Medea vengono rappresentate come la Dea dai tre volti con la chioma serpentina ed un’aurea terrificante (la classica rappresentazione della caccia alle streghe). Quindi, nonostante Zeus non volesse mai destituirla, la figura di Ecate fu comunque abbondantemente demonizzata, relegando nelle tenebre tutto il suo messaggio simbolico, legato alla rappresentazione di un femminile maturo, libero, saggio, autonomo, che padroneggia la propria vita e aiuta gli altri nel loro processo di trasformazione.

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

(testo ispirato anche da alcune frasi del web)

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