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LE DEE LUNARI parte sesta: le Dee Vulnerate – PERSEFONE

LE DEE LUNARI parte sesta: le Dee Vulnerate – PERSEFONE

Le Dee “Vulnerate” (Era, Demetra e Persefone), rispetto a quelle “Vergini”, che erano autonome e perseguivano i loro obiettivi senza dipendere da nessuno, incentravano la loro esistenza intorno al nutrimento, al matrimonio e all’accudimento, ed erano più dipendenti. Abbiamo già visto come Demetra e Persefone, (madre e figlia) avessero un rapporto simbiotico e di dipendenza reciproca, in cui la madre proiettava tutta la sua realizzazione sulla dedizione verso la figlia, non consentendole di crescere e di sviluppare una sua identità autonoma, ed ella poteva continuare a restare l’eterna fanciulla, senza mai prendersi le responsabilità della sua vita.

PERSEFONE:

Come abbiamo visto (nel Mito di Demetra), il rapimento da parte di Ade, che trascina Persefone nel suo regno, le consente di entrare in un processo di trasformazione e crescita, che romperà la simbiosi con la madre, ponendole entrambe difronte ad una fase di crescita ed autonomia che trasformerà il loro rapporto in uno scambio paritario e di condivisione.

NEL MITO:

Abbiamo già accennato al Mito di Persefone, quando abbiamo parlato di Demetra, di come Zeus, rendendosi conto della dipendenza che si era instaurata fra le due, decide di romperla, chiedendo l’intervento di Ade.

Persefone (che da giovane si chiamava Kore), unica figlia di Demetra e Zeus, era una fanciulla spensierata e giocava con le amiche nelle verdi praterie, raccogliendo i fiori. Un giorno mentre si soffermò davanti ad un profumatissimo narciso, emerse dalla terra Ade, con il suo carro possente e la trascinò con sé nel suo mondo sotterraneo, per farne la sua sposa, pur contro la sua volontà. Questa discesa agli inferi la costrinse a mettersi a contatto con la sua parte bambina, insicura ed impaurita, e a farsene carico, consentendole di entrare in un processo di crescita, suo malgrado, nel quale però troverà il suo potere personale. Nel frattempo la madre si dispera (vedi il suo mito in una precedente puntata) e a Persefone viene concesso di tornare da lei, nel regno dei vivi, nelle stagioni più calde, per suggellare un rapporto diverso, di collaborazione e condivisione. Un esempio sono i riti Eleusini, che le due praticavano insieme, per mostrare ai vivi il mistero della morte, come passaggio naturale di trasformazione, nella rappresentazione del seme che torna alla terra, ma poi riemerge come germoglio. Ma Ade prima di farla partire, vedendo che la fanciulla ancora era rimasta immatura e infelice di rimanere con lui, le fece mangiare i semi di melograno, simbolo della sessualità e della trasformazione, garantendosi il ritorno di Persefone nel suo regno, per la stagione fredda, quando la natura dormiva, suggellando così come un patto, al quale nessuno poteva opporsi. Questo però fece maturare Persefone, che divenne a tutti gli effetti la Regina degli Inferi, accanto al suo Re. Difatti a lei spettava il compito di accogliere ed accompagnare le persone in questo passaggio, ma soprattutto gli eroi, come Ulisse, Psiche, Ercole… a sostenere le loro prove iniziatiche.

Persefone passa parte della sua vita ad impersonare dei ruoli passivamente: la figlia bambina, dolce e obbediente, la moglie fragile, sensuale, accondiscendente. Lascia che siano gli altri a definirla a plasmarla. Ma questa discesa agli inferi, la costringe a far morire queste sue parti, per riemergere individualizzata e capace di aiutare anche gli altri a mettersi in comunicazione con il proprio mondo profondo, guidandoli alla comprensione di sé stessi e, soprattutto per le donne, alla capacità di diventare parte attiva della propria esistenza, di decidere per sé stesse, di attraversare le parti luminose e quelle in ombra, della propria vita, uscendone sempre più rafforzate e consapevoli…

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

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