Cerca
Close this search box.

LE DEE LUNARI parte seconda: DEMETRA

LE DEE LUNARI parte seconda: DEMETRA

Nella scorsa puntata abbiamo visto che Le tre Dee associate alle fasi lunari sono: Artemide, che rappresenta la giovinezza, Demetra la maturità, ed Ecate la vecchiaia. Abbiamo già raccontato di Artemide, oggi paliamo di Demetra ed inevitabilmente di Persefone, il cui mito è strettamente collegato…

DEMETRA:

Demetra rappresenta la fase della Luna piena, ed esprime la pienezza della donna adulta, protettrice della natura e dei raccolti, estremamente materna. Difatti è l’unica che viene riconosciuta con il potenziale di Grande Madre, anche nel patriarcato. Dovrà attraversare tre fasi importanti nella sua crescita. 1) Il suo femminile inizialmente è totalmente incentrato sulla relazione con la figlia Persefone, in una sorta di simbiosi che non consente alla fanciulla di staccarsi per crescere. 2) Difatti ci sarà una separazione traumatica, voluta da Zeus e attuata da Ade, che in qualche modo ristabilirà i ruoli, consentendo a Persefone di individuare il suo femminile, staccato dalla madre e a Demetra di trovare una sua dimensione di nutrimento al di fuori della diade con la figlia. 3) in seguito alle due viene concesso di passare parte dell’anno insieme, ma il loro rapporto si è trasformato, ed ognuna ha acquisito una propria individualità che consente loro di realizzare delle cose insieme anche su un livello più paritario e spirituale.
Nel Mito si racconta che Demetra, era strettamente legata alla figlia Persefone, e per estensione proteggeva la fertilità della terra, i suoi cicli di semine e di raccolti. In Grecia veniva venerata e identificata come la “grande Madre”. Figlia di Crono e di Rea, era una delle Dee principali dell’Olimpo. Era talmente bella che il fratello Zeus non resistette e la amò mentre lei dormiva, facendole concepire una bimba anch’essa bellissima, di nome Persefone. La Dea amò profondamente sua figlia, che correva felice nei prati, rendendoli ancora più rigogliosi. Ma la fanciulla rimaneva come una bimba, sotto la protezione della mamma. Un giorno Ade la vide e si innamorò della sua bellezza innocente. Zeus, temendo che questa diade fra madre e figlia potesse diventare dannosa, concesse ad Ade di portare con sé la ragazza. Così un giorno, mentre ella raccoglieva i fiori con le sue amiche Ninfe dell’oceano, in un momento in cui si era fermata a raccogliere un bellissimo narciso giallo, approfittando della distrazione delle altre fanciulle, Ade aprì una voragine nel terreno e trascinò la ragazza nel suo regno, nonostante le sue urla che nessuno udì e che a nulla servirono. Quando Demetra si accorse della scomparsa della figlia si arrabbiò talmente tanto con le Ninfe dell’oceano, per non averla protetta, che le trasformò in sirene. Poi vagò disperata per 9 giorni, senza mangiare né bere, alla ricerca della figlia, fino a quando la Dea Ecate, accortasi del suo dolore, la accompagnò al cospetto di Apollo che le rivelò che sua figlia era stata rapita e stava nel regno dei morti. Non sapendo come fare ad andarci per liberarla, decise di non tornare più sull’Olimpo e di non nutrire più la terra. Si vestì come una vecchia e cominciò a vagare senza meta. Arrivò ad Eleusi, dove le offrirono dell’acqua. Non rivelando la sua identità chiese di poter svolgere qualche lavoro. Fu così che le venne affidata la cura del figlio del Re. Si affezionò tantissimo al bambino e decise di concedergli l’immortalità, anche nella speranza di mandarlo nel regno dei morti a liberare Persefone. Per fare ciò doveva eseguire una serie di strani riti, che non piacquero alla madre del bambino, perché ritenuti pericolosi. A quel punto Demetra si vide costretta a rivelare la sua identità per poter rimanere lì e comunque trasmettere il suo sapere sulla cura della terra al ragazzo. Nel frattempo la sua assenza aveva fatto seccare tutti i campi. Ogni cosa era diventata arida e gli uomini cominciavano a patire la fame. A quel punto Zeus strinse un accordo con Ade, che concesse a Persefone di passare i 6 mesi più freddi con la madre e gli altri con lui. In questo modo l’equilibrio fu ristabilito, madre e figlia crearono un rapporto diverso, più paritario e insieme praticarono un culto segreto ad Eleusi, il paese che accolse Demetra quando era disperata… Persefone era diventata una donna, sposa di Ade, Regina degli inferi; aveva mangiato 6 semi di melograno, simbolo della sessualità, che la legavano a lui per 6 mesi l’anno, garantendogli il suo ritorno. Era uscita dalla simbiosi con la madre che la teneva bambina, non consapevole del suo valore. Il rapporto con Ade le consentì di entrare in un processo di trasformazione.
Demetra e Persefone fanno parte del gruppo delle Dee vulnerate, che al contrario delle Dee Vergini, che sceglievano di appartenere solo a sé stesse (come abbiamo visto nella scorsa puntata con Artemide), rivestivano ruoli più tradizionali, di mogli e di madri, nei quali il loro equilibrio dipendeva dai legami affettivi, dal prodigarsi per gli altri. E questo le rendeva psicologicamente dipendenti, soprattutto nella prima parte della vita.
Nella prossima puntata vedremo il Mito di Ecate, legato alla terza fase della Luna…
(testo ispirato anche da alcune frasi del web)

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

Condividi l'articolo