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LE DEE LUNARI parte quarta: le Dee Vergini – ATENA

LE DEE LUNARI parte quarta: le Dee Vergini – ATENA

Dopo aver descritto Le Dee associate alle fasi lunari (Artemide, Demetra/Persefone ed Ecate), andiamo a vedere che il femminile viene incarnato da sei Dee Lunari (Vergini e Vulnerate), ed una Venusiana, che provengono dallo spezzettamento della Grande Madre, e rappresentano gli archetipi del femminile con la loro modalità di espressione, in cui ogni donna s’immedesima a seconda del momento di vita che sta vivendo. Quindi la descrizione di ognuna di esse riconduce ad una sfaccettatura del femminile, che in qualche modo abbiamo attraversato. La lettura dei loro Miti porta un messaggio più diretto alla propria anima, dato dall’immediatezza di un linguaggio che sembra appartenerci fin dalla notte dei tempi, e ci consente di metterci in contatto con i modelli affettivi e di contenimento emotivo, con la capacità relazionale, ma anche con il come saper sviluppare una propria indipendenza e motivazione verso la realizzazione dei personali obiettivi. Questi 6 archetipi anticamente erano tutti rappresentati dalla Grande Madre, che era un’immagine molto potente che apparteneva al Matriarcato. Con l’avvento del Patriarcato questo modello divenne talmente temuto dal maschile, che venne frammentato. Alcune Dee venivano riconosciute, soprattutto quelle Vulnerate, la cui esistenza ruotava intorno al nutrimento, al matrimonio e all’accudimento ed erano più dipendenti. Le altre, quelle Vergini, che erano più autonome, bastavano a sé stesse e coltivavano i propri talenti, venivano spesso rinnegate, come abbiamo visto nel Mito di Ecate nella scorsa puntata. In più c’è il settimo archetipo Venusiano, la Dea alchemica, che riveste un simbolismo meno antico ed ancestrale di quelli Lunari.
Le Dee Vergini sono: Artemide (Dea della caccia, di cui abbiamo già trattato nella prima puntata), Atena, ed Estia.

ATENA:

Dea dei mestieri e della saggezza, nata dalla testa di Zeus già adulta, non ha vissuto l’infanzia, la parte più tenera che si esprime nel rapporto con la mamma. Ha quindi sviluppato più durezza e distacco e non tollera la debolezza. È una guerriera stratega, e viene rappresentata con elmo, scudo, lancia ed una corazza, che simbolicamente la protegge dalle emozioni, ma la fa diventare poco empatica. La sua modalità più fredda, pratica e razionale la fa sentire più affine al maschile, difatti proteggeva gli eroi. Aveva un rapporto privilegiato con il padre, che l’aveva generata, ed ignorava l’esistenza della madre.

NEL MITO:

Atena era figlia di Metis e di Zeus. Un giorno predissero che Metis avrebbe concepito un bambino che sarebbe diventato più potente di Zeus. Allora lui con una magia la trasformò in una goccia di oceano e la ingoiò. Convinto così di aver scampato il pericolo, ma Metis già alla prima notte d’amore concepì una bimba, che continuò a crescere nella testa di Zeus, tanto che alla fine cominciò a soffrire di violenti emicranie e dovette chiedere l’intervento di Efesto, che comprendendo l’accaduto, con un colpo d’ascia aprì il capo di Zeus, dal quale uscì una bellissima fanciulla, già adulta e armata come una fiera guerriera. Divenne subito la figlia prediletta di Zeus e posta fra le 12 divinità maggiori dell’Olimpo. Essendo nata dal cervello del padre, era molto vicina al mondo maschile, tuttavia ereditò dalla madre una certa intelligenza che le permetteva di condurre le sue battaglie non in modo sanguinoso, come faceva Ares, ma con un’abilità strategica. Ma l’assenza della madre e dell’infanzia che non aveva potuto viversi, le fanno mancare quel nutrimento emotivo e favoriscono questo suo sapersi corazzare nel combattere le guerre in modo distaccato, efficiente e strategico, meglio di un maschio. Questo la porta ad essere competitiva, ma anche a rinnegare il femminile, che si esprime con rabbia, verso tutte le forme di debolezza. Ella è una Dea guerriera, famosa per le sue strategie invincibili; fu ad esempio determinante il suo intervento nella guerra di Troia. Presiedeva anche le arti e i mestieri nei quali utilizzava pratica e ragione, come nella costruzione della nave Argo. Uno degli eroi che protesse di più, fu Eracle, nelle 12 fatiche di Ercole, e che amò profondamente. E ancora aiutò Odisseo a ritornare ad Itaca e lo sostenne in varie vicende, come il furto del Palladio, la statua di Atena custodita sulla rocca della città, che si credeva garantisse la vittoria a chi la possedeva.
I rapporti con il femminile erano invece conflittuali. Un esempio è il caso di Aracne, la giovane esperta in tessitura che fece con lei una gara al telaio. Aracne vinse il premio per il più bell’arazzo e Atena, arrabbiata per la sconfitta, la trasformò in un ragno condannandola a tessere per l’eternità. Difatti lei presiedeva anche la filatura, la tessitura, il ricamo e altri lavori artigianali che implicassero una certa progettazione. Era venerata nella città che prese il suo nome (Atene), per aver fatto conoscere la pianta dell’ulivo e la tecnica di estrarne l’olio.
Il tempio ancora oggi più famoso dell’antichità, il Partenone, è dedicato a lei e sorge sulla collina che domina Atene. Nonostante fosse sempre impegnata in attività prettamente maschili, ci teneva tantissimo alla sua bellezza, tanto che quando fu giudicata da Paride meno bella di Afrodite, si vendicò aiutando i greci nella guerra di Troia. L’archetipo di Atena ha il compito di recuperare il contatto con la sua parte femminile e con il contenimento e la morbidezza che s’instaurano nell’infanzia con la figura materna.
(alcune frasi ispirate dal web)

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

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