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L’ANIMA GEMELLA PRIMA PARTE

QUALCHE ACCENNO SU… L’ANIMA GEMELLA (PARTE I).

La ricerca di un partner è, al pari del dormire, nutrirsi e dissetarsi, un bisogno primario che risponde ad un’esigenza al tempo stesso organica, psicologica e spirituale. A livello fisiologico il rapporto di coppia è funzionale alla riproduzione dell’individuo e della specie.

Psicologicamente serve alla maturazione personale e alla condivisione delle sfide della vita.

L’anima è invece alla ricerca del partner più confacente per portate a termine la propria missione su questa Terra.

Quanto sia difficile mettere in sincro tutte queste esigenze simultanee e talvolta opposte è esperienza comune.

È la sfida di una vita. Le variabili in campo sono tali da rendere quasi stupefacente il fatto che sia possibile trovare la persona giusta.

Le donne ad esempio, inevitabilmente più legate degli uomini ai cicli biologici, selezionano inconsapevolmente il proprio partner spinte da esigenze differenti a seconda dell’età.

L’amore adolescenziale è vissuto all’insegna del processo di differenziazione/individuazione dalla famiglia di origine e porta alla scoperta di se stessi, dell’altro, della sessualità e della passione.

Sopravvissuta allo sconvolgimento del primo amore inizia a prevalere nella giovane donna la necessità di scegliere il partner più adatto per concepire un figlio sano e inconsapevolmente la sua scelta ricade sull’uomo dal DNA più compatibile con il proprio.

Una volta partorito, però, è la capacità dell’uomo di essere un buon padre a diventare prioritaria rispetto ai suoi geni.

Infine, una volta che i figli sono cresciuti e la donna si è riappropriata, volente o nolente, di se stessa, le priorità cambiano di nuovo e il partner giusto diventa quello con cui poter condividere interessi e aspirazioni più personali e spirituali.

Detta così sembrerebbe che ogni rapporto di coppia sia destinato a durare non più di un decennio.

In realtà è possibile che lo stesso uomo riesca a ricoprire più di una fase, o anche tutte e quattro, nonostante le crisi che inevitabilmente comporta la transizione da una all’altra.

Ma ciò può avvenire, qualora ci siano le potenzialità di base, solo a patto che esista una grande rispetto e capacità di dialogo all’interno della coppia e che si evolva nella stessa direzione.

Altrimenti, una volta verificato (magari con l’aiuto di uno specialista) di aver dato il meglio possibile da entrambe le parti, è meglio sciogliere il rapporto dando la possibilità al legame di proseguire in modo diverso.

L’uomo, dal canto suo, combatte tutta la vita con due spinte opposte, quella a spargere il più possibile il proprio seme fecondando il maggior numero di donne e quella a rimanere accanto alla madre del proprio figlio per proteggere lui e il proprio DNA e per garantirsi la soddisfazione dei bisogni sessuali e riproduttivi.

E fin qui ci siamo mantenuti sugli aspetti generali. Intervengono poi un’infinità di variabili individuali collegate alle problematiche psicologiche ed ai condizionamenti culturali che ogni persona si porta dietro e che incidono inevitabilmente nelle relazioni interpersonali e quindi anche di coppia. Non solo, visto che esiste più di un’anima gemella per ognuno e che non tutte le anime gemelle sono compatibili come partner, il quadro si complica ancora di più.

Per fortuna, prima di gettare definitivamente la spugna e ritirarsi a vita monacale, riveliamo il trucco per uscire da questo ginepraio di esigenze in conflitto. Il segreto è amare veramente se stessi. “Quando amate voi stessi realmente siete pronti ad incontrare un’anima gemella.

Ella può rendervi felici o farvi a pezzi, dipende solo da come vi sentite riguardo a voi stessi. Se ancora non avete raggiunto un punto in cui potete sinceramente e veramente amare voi stessi la relazione con un anima gemella vi darà una sonora strigliata” (V. Stibal, Thetahealing, Mylife, 2008).

Consapevoli di quanto sin qui detto, è quindi fondamentale che, prima ancora di metterci alla ricerca della persona con cui coronare il nostro sogno d’amore, rivolgiamo la nostra attenzione al nostro interno imparando a dare prima di tutto noi a noi stessi e poi noi all’altro ciò che vorremmo ci fosse dato dal partner.

Perché il “Principe Azzurro” o “Biancaneve” non sono persone che incontreremo e che sono già pronte e in grado di darci tutto quello che ci manca, ma sono un’esperienza da fare con qualcuno che inizialmente è probabile assomigli più ad un “rospo” ma che sa camminare come noi sulle proprie gambe ed ha la nostra stessa prospettiva di vita.

Qualcuno disposto/a a mettersi e a metterci in discussione e ad incamminarsi insieme a noi lungo lo stesso sentiero accidentato e impegnativo che, solo alla fine dei nostri giorni, ci farà assomigliare al “Principe” e alla “Principessa” che abbiamo sempre desiderato incontrare.

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