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LA LEGGE DELLA POLARITA’

Nella comprensione delle Leggi Universali la Legge della Polarità merita una speciale menzione perché dalla polarità nasce la dualità e quindi il ritmo, di conseguenza da essa origina la vita stessa. Tutto è duale, ogni cosa ha il suo opposto, uguali nella sostanza e diversi in grado, due facce della stessa medaglia, due estremi di un’unica Verità. Nulla esiste quindi in termini assoluti, quello che esprime pienamente questo concetto è il simbolo dello yin e dallo yang, energia positiva e negativa, femminile e maschile, due parti di un unico cerchio, nel bianco un puntino di nero e nel nero un puntino di bianco. La dualità è a ben vedere un paradosso mentale. A volte si può passare rapidamente dall’amore all’odio, dal male al bene e viceversa, spesso è difficile capire se l’amore è amore totale, puro o se non contenga un parte di odio. Un concetto quello della dualità che fatichiamo a riconoscere nella quotidianità, in noi stessi, negli altri e nel mondo in generale. Il dualismo fondamentale è dove spirito e materia si incontrano. Infatti il dualismo dell’essere umano, unione di spirito e materia, si risolve quando riconosce in se stesso entrambe queste parti come un’unità inscindibile. Questa Legge governa ogni cosa e ogni dualità si risolve nell’Uno, nella Verità, che comprendiamo solo quando subentra un altro fattore, la crescita interiore, un percorso alla scoperta del nostro Sé e non Sé. La Legge della polarità genera la dualità che produce l’alternanza, il ritmo, il movimento in una parola il ciclo della vita. All’inizio Tutto era Uno, immobile, completo, immerso in una quiete assoluta. Entrare nella materia ha significato uscire da questo stato di quiete per penetrare la tridimensionalità limitata e definita, che ha prodotto la dualità, Spirito e Materia, Positivo e Negativo, Femminile e maschile, bene e male, buio e luce, buono e cattivo. La dualità è necessaria e funzionale. Pensiamo alla nostra vita, per nascere c’è bisogno di un elemento femminile e di un elemento maschile. Una volta nati il nostro primo impulso è il respiro, noi inspiriamo ma poi abbiamo l’assoluta necessità di espirare, altrimenti non potremmo inspirare di nuovo. Tutto molto ovvio. Adesso pensiamo, per lo stesso principio, che la malattia è necessaria alla salute, il male al bene, la morte alla vita. La dualità spesso sembra imporre una scelta, è qui che smettiamo di comprendere. Cominciamo a cercare sotterfugi, spiegazioni filosofiche e ci arrampichiamo sugli specchi. Lo spauracchio della paura spinge l’uomo a negare l’ovvietà della Verità e a schierarsi, quindi a fermarsi su un punto. Ovviamente tutti sono per il bene, per la salute e per la vita. Ma se abbiamo detto che la vita è ritmo e che esso è generato solo dagli opposti chi si schiererà col male, con la malattia, a favore della morte, per far si che il mondo non si fermi. Insomma se c’è bisogno della polarità per vivere vuol dire che gli opposti non possono essere scissi e ciò significa che schierarsi è pura illusione. Non vedremmo immagini senza contrasto. Non si può bloccare il libero fluire della vita , gli opposti sono diverse intensità della stessa cosa. Tutto è Uno. Impariamo ad accettare che siamo noi a scegliere l’intensità dell’esperienza che vogliamo vivere per poter crescere e che tutto è funzionale al raggiungimento della nostra evoluzione. Solo un essere evoluto è in grado di capire la necessità della dualità per comprendere l’Unità del Tutto. Il vero ostacolo non è la dualità ma non voler riconoscere ed accettare la sua utilità ad una totale realizzazione. Arrivare al senso dell’Unità vuol dire essere consapevoli che tutte le cose esistenti fanno parte dell’Uno. Non dobbiamo rifiutare il conflitto, il dolore , il male nella vita, ma avere fiducia che tutto abbia un senso e con il tempo si svilupperà, rivelando il suo significato, il suo lato costruttivo, utile e giusto nella grande evoluzione. A questo punto possiamo capire la profonda necessità di integrare gli opposti in una comprensione totale di noi stessi, degli altri e del mondo.

Raffaella Menichetti

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