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LA DEA ALCHEMICA – AFRODITE Il potere di trasformazione dell’amore

LA DEA ALCHEMICA – AFRODITE

Il potere di trasformazione dell’amore:

Nelle precedenti puntate abbiamo descritto le 6 Dee Lunari, tre Vergini e tre Vulnerate. Afrodite aveva un po’ le caratteristiche di tutte le Dee, ma manteneva una sua indipendenza e quindi non apparteneva a nessuno dei due gruppi. Scambiava quello che le piaceva con reciprocità, in modo paritario senza cadere nella dipendenza e nella sofferenza. Quando l’incanto svaniva, semplicemente se ne andava. (un po’ come suo padre Urano, che se le situazioni diventavano stagnanti e non più autentiche, le tagliava repentinamente). Nelle sue interazioni Afrodite metteva in atto una potente energia di trasformazione, crescita, creazione, a qualsiasi livello, anche su un piano platonico. Il suo amore aveva il potere di trasmutare le caratteristiche dell’amato in qualità preziose; illuminando l’oggetto dei suoi desideri, poteva valorizzarlo, vivere intensamente l’interazione, senza sentirsene invischiata; coinvolta sì, ma con un giusto distacco. In questo modo lo scambio assumeva un carattere trasformativo che Afrodite portava sempre con la sua energia. Qualsiasi cosa sfiorasse, diventava una creazione unica; un po’ come quando si crea un’opera d’arte, siamo coinvolti e concentrati, ma abbiamo anche una visione d’insieme distaccata ed obiettiva. L’opera suscita emozioni fortissime, ma poi finita l’interazione, sappiamo distaccarcene (come in una danza, in un concerto, in un quadro…). Comunque sia, l’interazione ha generato un’energia rigenerante, trasformativa, rivitalizzante. Afrodite sa cogliere il lato bello delle persone e lo fa emergere, come un bravo maestro, che riesce a tirare fuori le migliori qualità dall’allievo, perché le intuisce, le disvela, le apprezza ancor prima che prendano forma, le fa diventare “oro”. L’innamoramento fa parte di questa alchimia, che ci fa sentire attrazione verso chi attiva il nostro potere creativo e trasformativo e a nostra volta ci rende capaci di valorizzare, illuminare e rendere prezioso ciò su cui è caduto il nostro amore. Grazie all’alchimia di Afrodite, l’ordinarietà diventa speciale.

NEL MITO:
Afrodite (Venere per i romani) era la più bella delle Dee. Nacque dalla schiuma del mare (dove il seme di Urano era stato sparso), già fanciulla, senza madre. Era considerata la Dea dell’amore puro; bellissima, ma distaccata, razionale, attenta all’estetica, al senso di armonia, alla connessione tra mondo terreno e sfera spirituale, attraverso l’amore, la bellezza, l’arte. Il suo volto, le sue forme, la sua pelle vellutata, gli occhi splendenti, i capelli dorati, la rendevano irresistibile, la sua grazia ispirò tanti artisti. Veniva associata al tubare dei colombi, all’inseparabilità dei cigni, alle rose, fiore degli amanti, ai frutti, come le mele d’oro e il melograno, simbolo di sensualità. Botticelli si ispirò a lei, nella sua opera la “Nascita di Venere”, ritraendola nella sua nudità aggraziata e delicata, su una conchiglia sospinta dai venti e dalle onde a riva, sotto una pioggia di rose. Quando arrivò sulla spiaggia di un’isola (Citera o Cipro), Eros (Amore) e Imeros (Desiderio), la scortarono al cospetto dell’assemblea degli Dei, dove fu subito accolta come una di loro. Colpiti dalla sua bellezza, molti la chiesero in sposa, ma la lasciarono libera di scegliere, al contrario delle altre Dee lunari. Lei scelse Efesto, il figlio che la Dea “ERA” aveva rifiutato, perché storpio, ma sorprendentemente abile come artigiano, era il Dio dei Fabbri e del fuoco. Il loro matrimonio, simbolicamente rappresenta l’unione della tecnica e della bellezza, dalle quali nasce l’arte. Ma questo non impedì ad Afrodite di viversi i suoi amori, sia con le altre Divinità, che con gli Eroi mortali. Amò Ares, il Dio della guerra, dal quale ebbe numerosi figli; il loro amore simboleggia la passione. E poi Ermes, il messaggero degli Dei, dalla cui unione nacque Ermafrodito, simbolo, anche, dell’attrazione verso entrambi i sessi. Secondo alcuni racconti, anche Eros, il Dio dell’amore, era un figlio di Afrodite, senza padre, se pure lo vediamo comparire già quando lei emerge dal mare. Rappresentava la forza originaria della creazione, presente prima degli Dei, che accompagna Afrodite al loro cospetto. In seguito Eros perse la sua importanza e divenne Cupido, il Putto che schiocca le frecce dell’amore… Tra i mortali fu attratta da Anchise, un pastore con il corpo di un Dio, che ammaliò fingendosi di essere una graziosa fanciulla, e con il quale concepì un figlio, il famoso eroe Enea. E poi Adone, un bellissimo cacciatore, che suscitò la gelosia e l’ira di Ares… Nei suoi rapporti con le donne spesso dalla Dea emerge il suo lato ombra, sia perché non tenendo conto se il suo amante è libero o impegnato, crea scompiglio e disordine nelle famiglie; sia perché non vuole che nessuna di esse si metta in competizione con la sua bellezza; sia perché non sopporta di vederle dipendenti o che non percepiscono il proprio valore. In quel caso lei interviene duramente, per consentire ad esse di entrare in un processo di trasformazione, spesso doloroso, che le porti però a ricontattare la loro unicità. Un esempio fu il Mito di Eros e Psiche: inizialmente Afrodite si mostra crudele con la ragazza, in quanto la sua spiccata bellezza le aveva suscitato invidia ed una rabbia che la porta ad infliggerle delle prove che Psiche dovrà superare. Ma questa rabbia, ad un livello più profondo, viene scatenata anche dal vedere che la ragazza vive un amore fusionale, quasi simbiotico, e non cosciente e razionale. Attraverso queste prove lei dovrà combattere per avere Eros e questo la porterà ad una scelta amorosa consapevole. Afrodite le impone uno sforzo evolutivo nel quale dimostrasse di essere all’altezza di stare accanto a suo figlio, affidandole quattro compiti che sembrano impossibili, ma che in qualche modo riesce a superare e che diventeranno elementi trasformativi. Nella prossime puntata avremo modo di approfondirli.

Quando una donna si identifica con Afrodite può vivere il piacere per la bellezza, per l’amore, per la sensualità. Si lascia andare alla potenza trasformativa, che dà modo di scendere nelle profondità delle anime e conoscersi veramente, attraverso l’unione fisica e spirituale che porta completezza e armonia. Essa può incarnare la ricettività delle Dee Vulnerate, e insieme l’indipendenza delle Dee Vergini, ma rimane fedele alle sue personali qualità. L’Amore è una forza che consente di sentirsi nuovamente riconosciuti, reciprocamente, e questo porta a conoscerci meglio e a fare emergere altre forme di espressione dei propri contenuti interiori”.

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

*alcune parti ispirate dai libri di Jean S. Bolen e di Lidia Fassio.

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