Cerca
Close this search box.

IL MONDO DELLE EMOZIONI LETTO ATTRAVERSO L’ARCHETIPO DELLA LUNA. Le dee lunari: Artemide

IL MONDO DELLE EMOZIONI LETTO ATTRAVERSO L’ARCHETIPO DELLA LUNA

In astrologia, la luna, con la mutevolezza dei suoi cicli, è strettamente legata al femminile, alle emozioni, al bisogno di contenimento e di appartenenza. Attraverso la lettura della propria Luna, nel tema natale, possiamo rintracciare il nostro sentire più profondo, come lo mettiamo in campo nella vita e quanto ne siamo consapevoli.
Anche la lettura dei miti lunari ci dà un prezioso spunto di riflessione ed immedesimazione nelle tante sfaccettature del femminile.

Le dee lunari:

Ad ogni fase lunare, corrisponde una fase della vita che viene rappresentata da una divinità trifasica, raffigurata dai miti di tre dee.
(Inoltre il femminile viene incarnato da sei dee lunari ed una venusiana, che provengono dallo spezzettamento della Grande Madre e rappresentano gli archetipi del femminile, con la loro modalità di espressione. La lettura dei loro miti porta un messaggio più diretto alla propria anima, dato dall’immediatezza di un linguaggio che sembra appartenerci fin dalla notte dei tempi …)

Le tre dee associate alle fasi lunari sono: Artemide, che rappresenta la giovinezza, Demetra è la maturità, ed Ecate la vecchiaia. Ma vediamole da vicino:

Artemide:

Dea della Natura e della caccia, protettrice delle partorienti, viene associata alla Luna crescente, rappresenta l’adolescenza, la giovinezza; è figlia del dio del cielo Zeus e della bella ninfa Latona, sua amante che, in quanto tale, venne mandata a partorire su l’isola deserta di Delo, come punizione della moglie di Zeus, dove mise al mondo due gemelli, Apollo ed Artemide, che nascendo per prima, aiutò la madre a partorire il fratello.
Un giorno, quando aveva appena tre anni, suo padre Zeus la prese sulle ginocchia e le chiese quali doni avrebbe gradito. Lei le disse di concederle 9 desideri:
l’eterna verginità, l’eterna giovinezza, tanti nomi quanti ne aveva fratello Apollo, un arco e delle frecce come i suoi, il compito di portare la luce, una tunica da caccia color zafferano con un bordo rosso che giungesse fino alle ginocchia, sessanta giovani Ninfe oceanine, tutte della stessa età, come sue damigelle di onore e venti Ninfe dei fiumi, perché queste si curassero dei suoi calzari e nutrissero i suoi cani quando non era impegnata nella caccia. Infine, chiese di essere signora delle montagne e di poter aiutare le donne afflitte dai dolori del parto. Artemide allungò la mano per accarezzare la barba di Zeus che sorrise con orgoglio. Lei lo ringraziò, saltò giù dalle sue ginocchia e poi scelse molte Ninfe di nove anni come Sue ancelle.
Tutti i desideri furono esauditi e Artemide trascorse la sua infanzia imparando l’arte della caccia e preparandosi a vivere nei boschi. Divenne molto gelosa dei suoi averi e implacabile con chiunque entrasse nel suo territorio e provasse a mettere in discussione le sue virtù. La sua natura era quella di muoversi libera per i boschi, in compagnia degli animali selvatici, di cui ne era sia amica che cacciatrice. Viveva con le ninfe nel bosco, simbolo di libertà, di sorellanza e di capacità di centrare i propri obiettivi. Le donne la chiamano per alleviare i dolori del parto. Tuttavia aveva un carattere a tratti selvaggio e vendicativo e numerose furono le vittime della sua collera, scagliata soprattutto verso uomini che l’avrebbero voluta possedere. Difatti Non tollerava le loro intromissioni nel suo mondo. L’unica figura maschile che ha un qualche ruolo nel mito di Artemide, è Orione, che se in alcuni momenti il mito vuole che ne fosse innamorata, in altri egli viene visto solo come un compagno di caccia e di avventura…
Artemide è la personificazione dello spirito femminile indipendente, fa parte delle dee vergini e non venne mai abusata, rimanendo così integra e completa per sé stessa. Percepisce il suo valore non attraverso l’altro, ma per quello che è, e che sa fare. La sua abilità di arciera fa di lei l’archetipo di un femminile che si pone un obiettivo e lo raggiunge, ha la capacità di realizzare i propri progetti, una volta messi a fuoco.

Per quanto competitiva, Artemide non vede nelle altre donne delle rivali, bensì delle sorelle. Infatti corre per i luoghi selvaggi sempre accompagnata dalle sue ninfe, divinità minori dei boschi, delle montagne e dei ruscelli. Si attiva per difendere le altre donne, quando queste sono in pericolo. Si tratta dunque di un femminile che prova un senso di solidarietà per le altre donne, la cui compagnia considera irrinunciabile e i cui diritti difende. Per questa ragione è stata anche presa quale simbolo da molti movimenti femministi.
Nei confronti degli uomini ha un atteggiamento cameratesco, senza cadere in innamoramenti e fascinazioni. Il gemello Apollo, dio del Sole, può essere visto come la sua controparte maschile: lui il Sole, lei la Luna.
Il suo amore per la natura selvaggia, per i luoghi incontaminati e gli animali liberi, fanno di lei anche un modello di donna ecologista, impegnata nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente.

L’archetipo di Artemide non coincide con un tipo di donna che si realizza nella maternità, bensì rappresenta un genere femminile che trova la sua soddisfazione nell’essere pienamente sé stessa, libera ed autosufficiente, nel lottare per ciò in cui crede e nel contatto con la natura, che rappresenta la parte più selvaggia di ogni essere. Tuttavia, avendo aiutato la madre a mettere al mondo suo fratello, è considerata anche Dea del parto e protettrice delle partorienti, che la chiamano in suo aiuto nel momento del bisogno.
Nel prossimo articolo descriveremo Demetra….

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

Condividi l'articolo