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IL MONDO DEI COLORI Un viaggio tra il Visibile e l’Invisibile – cap.8 il BLU – – di Daniela Deneb Felici

Dei tre colori primari, dopo il Rosso e il Giallo di cui abbiamo parlato in precedenza, non ci resta che affrontare il colore Blu. Il Blu è il colore “freddo” per eccellenza. Nel corso della storia è stato associato a vari significati e simbologie che, col passare del tempo, hanno trovato espressione nell’Arte, nel costume e nella cura e benessere del corpo e della mente.
Il Blu è’ universalmente associato al cielo, alla notte, all’infinito, ma anche all’acqua, al mare, all’oceano che ne catturano il riflesso nelle acque di fiumi, laghi e mari. Ciò va a confermare il suo principale significato di infinito, oltre ad aggiungere quel senso di accoglienza e di protezione che è in grado di dare l’acqua, rispetto alla quale assume anche il significato di pulizia e di purificazione.
Associato all’esperienza derivante dalla contemplazione delle vastità dei cieli e dei mari, il blu è il colore del silenzio, della calma, della tranquillità e del freddo.
Il nome odierno deriva dal francese “blue”.

Apprezzato e utilizzato di frequente in alcune culture pre-cristiane, come dagli Egizi e dai Sumeri, perché collegato sempre al mondo delle divinità, alla figura femminile e all’acqua. In molte culture, soprattutto quelle orientali, il blu è la tonalità che richiama il mondo delle divinità, con l’accezione di sacro e puro. Corrisponde al chakra della gola Visshudhi che significa purificare ed è situato presso la prima vertebra cervicale.
Per l’antica religione egizia, la madre Nut, dea della vita e della rinascita e simbolo del ciclo infinito dell’esistenza, era rappresentata nell’arte interamente di blu e azzurro.
Per il buddhismo e i cinesi il blu è il colore dell’immortalità. Rappresenta l’intelletto, la verità, la fedeltà, la costanza. E’ il colore della grande profondità, per questo associato al principio femminile. Induce all’introspezione, alla sensibilità. E’ purificante e, nel simbolismo religioso, indica la verità ed è associato con la potenza creatrice di Dio.
Questo colore era invece poco considerato dai Greci e dai Romani perché associato ai barbari. Nell’antica Roma era indossato dai dipendenti pubblici, segnando forse così l’inizio dell’idea per le uniformi di oggi della polizia.
Il blu venne poi rivalutato nel corso del Medioevo, quando diventò la tonalità per eccellenza nell’arte per la raffigurazione personale e del vestiario di personaggi sacri: è il colore delle ali dei Cherubini che rappresentava la saggezza divina e, nelle immagini di Maria Vergine, è spesso il velo che le copre le spalle o la veste. Da questo deriva quella particolare tonalità detta “blu madonna”.
Soprattutto nelle sue tonalità più scure, il blu assume spesso il significato di un colore magico, che richiama riti e leggende intriganti e misteriose. Compare nelle rappresentazioni di oggetti e personaggi magici, diventando il colore che collega il mondo umano con quello divino, ultraterreno. Gli antichi sovrani, investiti del sacro compito di guidare i popoli sia dal punto di vista materiale che spirituale, indossavano il Blu nelle cerimonie ufficiali.
Col passare del tempo divenne ufficialmente il simbolo dell’aristocrazia e della nobiltà, tanto che “avere il sangue blu” è un’espressione entrata nel linguaggio comune che è giunta fino ai nostri giorni.
Ma il fatto che il blu sia rimasto così a lungo riservato alle classi ‘alte’ e che abbia tanto aspettato per entrare nell’arte e nel costume del popolo è dovuto al fatto che gli elementi naturali da utilizzare per produrre il colore blu erano rari e molto costosi. Solo alla fine del Settecento divenne un colore per “tutti”, grazie all’invenzione della tonalità del blu di Prussia, con cui venivano colorati molti indumenti destinati anche agli strati sociali più bassi della popolazione.

Oltre al simbolismo che lo contraddistingue, è ormai noto come il blu riesca ad avere certi effetti sulla nostra psiche, oltre che sul corpo, e a rivelare alcune caratteristiche caratteriali di chi lo apprezza particolarmente. Chi ama particolarmente questo colore è un individuo dai sentimenti profondi. A contatto con gli altri, risulta essere una persona pacata, dalle rimarchevoli doti moderatrici e capace di instaurare sempre un equilibrio attorno a sé. Risulta essere pacato e con una forte capacità di trovare il proprio equilibrio interiore. È una persona che fa degli ideali la sua arma vincente. Affronta i cambiamenti con meditazione e con la calma necessaria per non lasciarvisi sopraffare. Infine, chi ama il blu evita persone e ambienti confusionari e caotici, preferendo una compagnia e dei luoghi in cui si possa creare armonia, benessere e distensione.
La persona che respinge questo colore è di solito ansiosa e ha la sensazione che le sue qualità siano poco apprezzate. Rifugge tutte le situazione che rendono la sua vita poco gratificante e rifiuta tutti gli ambienti in cui non si sente in armonia. Tende a deprimersi se tutto ciò che lo circonda non è consono al suo modo di vedere e allo stile di vita che ha immaginato per sé. In questo caso, ma anche nel caso di una persona che attraversa il cosiddetto momento “nero”, di intensa nostalgia e malumore, il blu può solo “peggiorare” il senso di malessere dovuto allo stato di malinconia e di profondo sconforto dell’anima. E’ associato quindi anche a sentimenti di nostalgia e malinconia, tanto che ha dato il nome a un genere musicale che esorcizzava questi stati d’animo, ovvero il blues.
Proprio per il suo significato di calma, relax e benessere  questo è uno dei colori maggiormente usati nella cromoterapia e per creare un’atmosfera rilassante all’interno della propria casa.
Ma di questo ci occuperemo più avanti, nella sessione che dedicheremo agli aspetti terapeutici dei colori.

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