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IL MONDO DEI COLORI Un viaggio tra il Visibile e l’Invisibile – cap.20 – La terapia attraverso il colore (4)- di Daniela Deneb Felici

Nel secolo scorso la ricerca di nuovi orizzonti intrapresa da artisti, filosofi e scienziati ha risvegliato l’interesse verso le filosofie e le tradizioni orientali ma soprattutto risvegliato l’attenzione sulla tradizione occidentale “occulta”, coltivata nei secoli da ricercatori della Verità che non si sono accontentati delle risposte fornite dalla nostra cultura dominante e ha viaggiato parallelamente ma ‘in segreto’, per proteggersi dalla repressione di un sistema attento a sua volta a non permettere che venissero incrinati i principi su cui si è costruito e cementato il suo potere.
Uno dei capisaldi di questa tradizione prende vita dai principi enunciati nella ‘tavola smeraldina’ da Ermete Trismegisto, in particolare dal primo enunciato in essa contenuto che ormai tutti conosciamo, anche se in pochissimi ancora oggi sono in grado di coglierne l’enorme potenziale di trasformazione della nostra visione del mondo:
“Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per il miracolo della cosa unica”.
L’uomo è dunque un universo in miniatura, è una replica del Sistema Solare, nel quale vive, si muove e ha il suo essere.
Su questo principio si basa la tradizione esoterica occidentale che ha cercato di penetrare il mistero dell’esistenza oltrepassando i limiti imposti dai dogmi imposti dalla Chiesa fino al punto che astronomi, filosofi, personalità eccelse nel campo della medicina e della guarigione (molti dei quali considerati ancora oggi come coloro che hanno dato contributi fondamentali per l’evoluzione della nostra civiltà – vedi Galileo, Giordano Bruno, Keplero e molti altri) sono stati costretti a nascondere il loro pensiero per non incorrere nell’accusa di eresia, che a lungo è stata punita con il rogo o con l’eliminazione fisica.
Di fatto è proprio da questa tradizione ‘occulta’ che possiamo comprendere come sia stata possibile l’apertura verso le filosofie orientali e la possibilità di integrarle verso una visione globale dell’evoluzione della specie umana.
La ‘Dottrina Segreta’ di H. P. Blavatsky è un’opera edita alla fine dell’800 attraverso la quale l’autrice intendeva rendere partecipe tutta l’Umanità della Saggezza accumulata nei secoli. All’interno di quest’opera unica e per certi versi monumentale troviamo la Teoria dei 7 Raggi, basata sul principio che la Luce, con le sue 7 Grandi Qualità, corrisponde all’entità originaria della creazione attraverso cui ‘costruisce’ tutte le entità minori che in essa sono contenute.
E’ come dire che ogni essere vivente è sostanzialmente Luce e in quanto tale ne possiede le 7 qualità che, a loro volta si manifestano come ‘colori’ o ‘raggi’ che penetrano tutto ciò che è vita.
Se quel che è in alto è come ciò che è in basso allora anche noi siamo Luce, e se la Luce è Dio in quanto principio Creatore, lo siamo anche noi, in uno scambio continuo fra ciò che ci comprende come macrocosmo e ciò che comprendiamo come microcosmo (la pelle, gli organi, le cellule ecc), e la nostra vita è costituita dall’interazione delle 7 qualità simbolicamente rappresentate dai colori che, nel loro equilibrio massimo, si manifestano come Luce Bianca e ci identificano sia come ‘creature’ che come ‘creatori’.

Questa riflessione che deriva dalla conoscenza che ha attraversato le epoche precedenti e le altre civiltà, per questo riconosciuta come Saggezza Perenne, non vuole certo erigersi a Verità assoluta o a nuovo ‘credo’, ma rappresenta un’ipotesi molto interessante per spiegare ciò che la scienza ha tralasciato, in quanto impegnata a svelare l’anatomia dell’Universo, prima ancora della sua ‘fisiologia’.
A partire dalla Legge della relatività di Einstein molte cose sono cambiate nell’atteggiamento scientifico e molte risposte sono risultate inadeguate, determinando la necessità di aprire a nuove frontiere il pensiero scientifico che non può più ignorare le risposte fornite in altre epoche e in altre civiltà, da sempre ignorate o sottovalutate, purtroppo ancora oggi considerate frutto della fantasia e dell’ignoranza e troppo spesso derise.

L’apertura verso questo diverso punto di vista ci offre l’opportunità di ricollegarci alle proprietà terapeutiche dei colori e della loro importanza rispetto alla possibilità di mantenere l’essere umano all’interno di uno scambio fra le piccole e le grandi armonie, nei confronti delle quali il malessere e la malattia si manifestano quando ci si allontana dalla ‘fonte’, ovvero dalla Luce originaria che crea, nutre e mantiene in salute tutte le forme di vita.

Ed ecco che la Cromoterapia trova il suo senso nella sua possibilità di intervenire per riequilibrare le qualità fondamentali o principi vitali che permeano sia il piano materiale e i suoi ‘corpi’ sensibili che i piani invisibili e i ‘corpi’ sottili – l’aura’ -, che non sono percepibili dai nostri sensi ma risultano altrettanto essenziali alla salute e al nostro benessere fondati sull’equilibrio della nostra interezza.

Daniela Deneb Felici operatrice Ethicare

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