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IL MONDO DEI COLORI Un viaggio tra il Visibile e l’Invisibile – cap.13 – I colori nell’Arte 2 – di Daniela Deneb Felici

Proseguiamo con le riflessioni sul colore di cui ci parla Kandinskij nel suo scritto “La Spiritualità nell’Arte”. E’ molto interessante il suo accostamento dei colori ai suoni che ci aiuta a comprendere meglio ciò che i colori producono nel nostro mondo emozionale.
In quanto artista affronta il tema degli effetti generati dal colore chiedendosi innanzitutto che cosa accade quando lasciamo che il colore da ‘solo’ agisca su di noi e parte da uno schema da lui stesso definito ‘semplicissimo’ e che riassume così:
“Il colore può essere:
caldo o freddo e chiaro o scuro
Ogni colore ha dunque quattro suoni principali: caldo-chiaro, caldo-scuro; freddo-chiaro, freddo-scuro. E’ caldo o freddo il colore che tende rispettivamente al giallo o al blu. Il colore caldo si muove sulla superficie verso lo spettatore, quello freddo se ne allontana.
Questa differenza produce un contrasto tra movimento centripeto o centrifugo: se si disegnano due cerchi uguali e li si colorano rispettivamente di giallo e di blu, basterà fissarli brevemente per notare che il giallo si allarga dal centro verso l’esterno e si avvicina quasi tangibilmente a chi guarda. Il blu, invece, sviluppa un movimento concentrico (come una chiocciola che che si ritrae nel suo guscio) e si allontana da chi guarda. L’occhio è abbagliato dal primo cerchio, mentre si ritrae dal secondo. Questo effetto è reso ancora più evidente dal contrasto di chiaro e scuro: l’effetto del giallo è più intenso se il colore è più chiaro, mentre quello del blu è più intenso se il colore è più scuro.
Il giallo, colore tipicamente caldo, assume una sfumatura verde e perde dinamismo in entrambi i sensi – orizzontale e centrifugo – se si tenta di raffreddarlo. Diventa malato e assente, come un uomo pieno di ambizioni e di energia che viene inibito da circostanze esteriori.
Il blu, che ha un movimento diametralmente opposto, frena il giallo: se si continua ad aggiungere il blu i due movimenti si annullano in un’assoluta mobilità e in una assoluta quiete.
E’ allora che nasce il verde.
Nel verde si nascondono il giallo e il blu: sono energie paralizzate, che attendono di riattivarsi. Ma entrambi sono invece attivi e potenzialmente dinamici, e quindi si può dedurre dal loro tipo di dinamismo l’effetto spirituale che eserciteranno. Gli esperimenti empirici non possono che confermare questa deduzione teorica. In realtà sia il primo movimento del giallo, cioè la tensione verso lo spettatore – tensione che rafforzando il colore si intensifica fino a diventare insopportabile – sia il secondo movimento, cioè. l’oltrepassare i limiti irradiando energia, si possono paragonare alle proprietà di una forza fisica che si rovesci istintivamente sull’oggetto e dilaghi da ogni parte. Del resto la visione diretta del giallo (in una qualsiasi forma geometrica) rende ansiosi, emozionati, eccitati e rivela la violenza del colore, che agisce prepotentemente su di noi. La tendenza del giallo ai toni chiari può raggiungere un’intensità insopportabile per lo sguardo e per l’anima. Un giallo così intenso è come il suono sempre più acuto di una tromba o quello sempre più assordante di una fanfara.
Il giallo è il colore tipico della Terra. Non può avere troppa profondità. Se è raffreddato dal blu acquista, come abbiamo detto, un accento malato.
Si può paragonare anche all’estate morente, che dilapida assurdamente le sue energie nell’incendio delle foglie autunnali, di quelle foglie da cui ormai è scomparsa la quiete dell’azzurro, che è salito in cielo. Nascono così i colori folli di energia, ma incapaci di profondità.
La profondità la troviamo nel blu, sia in teoria – nei suoi movimenti di allontanamento dallo spettatore e di avvicinamento al centro – sia in pratica, se lo lasciamo agire, in qualsiasi forma geometrica, su di noi.
La vocazione del blu alla profondità è così forte che, proprio nelle gradazioni più profonde, diviene più intensa e intima. Più il blu è profondo e più richiama l’idea di infinito, suscitando la nostalgia della purezza e del soprannaturale.
Il blu è il colore tipico del cielo. Se è molto scuro dà un’idea di quiete. Se precipita nel nero acquista una nota di tristezza struggente, affonda in una drammaticità che non ha e non avrà mai fine. Più è chiaro e meno è eloquente, fino a giungere a una quiete silenziosa: il bianco. Da un punto di vista musicale l’azzurro assomiglia a un flauto, il blu a un violoncello o, quando diventa molto scuro, al suono meraviglioso del contrabbasso. Nella sua dimensione più scura e solenne ha il suono profondo di un organo.
Il giallo diventa facilmente acuto e non è mai troppo profondo. Il blu difficilmente diventa acuto e non può sollevarsi a grandi altezze.
Mescolando questi due colori diametralmente opposti in un equilibrio ideale si forma il verde.. I movimenti orizzontali, quelli centrifughi e centopiedi, si neutralizzano a vicenda. Nasce la quiete.
E’ un fatto noto universalmente, non solo ai medici (in particolare agli oculisti): il verde assoluto è il colore più calmo che ci sia. Questa assoluta assenza di movimento è una proprietà benefica per le persone e per le anime stanche, ma dopo un po’ di tempo di riposo può venire a noia. La passività è la caratteristica più tipica del verde assoluto, che ha un profumo di opulenza, di compiacimento. Per questo il verde assoluto è, nel campo dei colori, quello che la cosiddetta borghesia è nella società; un elemento immobile, soddisfatto, limitato in tutti i sensi.
Quando il verde assoluto perde il suo equilibrio, si alza verso il giallo e diventa vivo, giovane, gioioso. La mescolanza col giallo gli dà nuova forza. Se invece si oscura per un eccesso di blu ha un suono completamente diverso: diventa serio e, per così dire, pensieroso.
Divenendo più chiaro o più scuro il verde conserva l’indifferenza e la quiete originarie, ma poiché queste differenze dipendono da un’aggiunta di bianco o di nero, è evidente che si evidenzi nel primo caso l’indifferenza e nel secondo la quiete. Da un punto di vista musicale esprimerei il verde assoluto con i toni calmi, ampi, semigravi del violino”

Daniela Deneb Felici Operatrice Ethicare
nell’immagine: Kandinskij “Lo Spirito dei Colori”

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