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IL MONDO DEI COLORI Un viaggio tra il Visibile e l’Invisibile – cap.12 – I colori nell’Arte – di Daniela Deneb Felici

Dalle combinazioni dei colori primari nasce lo spettro dei colori. È consuetudine rappresentare lo spettro dei colori come un insieme circolare che comprende 12 segmenti: il primo segmento è sfumature di rosso, il secondo sfumature di arancione, il terzo sfumature di giallo, e così via in un cerchio che va fino al viola e alle sue variazioni. In tale spettro, si distinguono diverse combinazioni: primaria (rosso, giallo, blu) – secondaria (arancione, viola e verde) formata dalla combinazione di colori primari tra loro – e terziaria, che si forma miscelando i primari e secondari. Il risultato è, appunto, lo spettro luminoso nel quale, attraverso tutte le combinazioni, riconosciamo 12 colori rispetto ai 7 colori dell’arcobaleno.
Allo spettro dei colori, che ci offre una visione schematica e organizzata delle possibili combinazioni, possiamo associare la tavolozza, da cui l’artista trae le proprie combinazioni rendendo pressoché infinita la gamma delle tonalità e delle sfumature
Lasciamo dunque le considerazioni più vicine al carattere ‘scientifico’ di questa indagine ed entriamo nel punto di vista artistico che, dal piano dell’osservazione, ci conduce al piano dell’esperienza.
Esperienza che Kandinsky, definito da sempre Maestro del colore, racconta nel suo libro “Lo spirituale nell’Arte”, soffermandosi sugli ‘effetti’ che il colore produce nella psiche e nell’anima.
Nelle pagine che seguono riporto le sue considerazioni traendo liberamente dal testo citato ciò che riguarda più da vicino la nostra indagine. Continueremo a seguirlo anche nei prossimi appuntamenti in quanto nessuno, meglio di lui potrebbe esprimere l’esperienza che l’artista vive nel suo rapporto con il mondo dei colori. Passo a lui la parola.

Se si osserva una tavolozza coperta di colori si hanno due risultati:
si ha un effetto puramente ‘fisico’: l’occhio è affascinato dalla bellezza e dalla quantità dei colori. L’osservatore prova un senso di appagamento, di gioia, come un buongustaio che gusta una squisitezza. Oppure l’occhio viene stuzzicato, come lo è il palato da un cibo piccante. O, ancora, può calmarsi e raffreddarsi, come quando un dito tocca il ghiaccio. Sono tutte sensazioni fisiche, che in quanto tali durano poco. Proprio come, se si tocca il ghiaccio, si prova solo una sensazione fisica di freddo, che svanisce quando il dito si scalda, così, girato lo sguardo si dimentica l’effetto fisico del colore. Ma proprio come la sensazione fisica del freddo del ghiaccio, quando è profonda, suscita altre profonde sensazioni e può provocare una intera serie di esperienze psichiche, così anche l’impressione superficiale del colore può diventare esperienza. (…)
Si sa che i cavalli corrono veloci e le automobili velocissime, che i cani mordono, che la luna è lontana, che la figura nello specchio non è vera. Solo con l’elevarsi dell’uomo si allarga la cerchia delle qualità che oggetti ed esseri hanno in sé. A uno stadio più evoluto questi oggetti e questi esseri acquistano un valore interiore e infine un ‘suono interiore’. La stessa cosa avviene per il colore che, su chi è poco sensibile ha un effetto superficiale, destinato a sparire con l’effetto dello stimolo. Ma anche questo semplicissimo effetto è di diversi tipi: l’occhio è attratto dai colori chiari, soprattutto dai più chiari e dai più caldi. Il giallo limone, squillante, ferisce a lungo l’occhio, come un acuto squillo di tromba ferisce l’orecchio. L’occhio diventa irrequieto, non riesce a fissarlo, e cerca profondità e riposo nel blu o nel verde. Ma a questo stadio più evoluto questo effetto elementare ne provoca un altro, più profondo e coinvolgente. In questo caso si ha l’altro fondamentale risultato dell’osservazione del colore, cioè il suo effetto ‘psichico’.
Emerge allora la forza psichica del colore, che fa emozionare l’anima. La forza fisica primaria, elementare, diventa la via del colore verso l’anima.
Poiché l’anima è strettamente legata al corpo, è anche possibile che una emozione mentale ne susciti, per ‘associazione’ una corrispondente. Ad esempio il rosso, essendo simile alla fiamma, potrebbe provocare un’emozione mentale simile alla fiamma. Il rosso fiamma ha un effetto eccitante che può perfino creare sofferenza, forse perché assomiglia al sangue. In questo caso risveglia il ricordo di un elemento fisico che indubbiamente fa soffrire. Se fosse così potremmo facilmente spiegare con l’associazione mentale anche gli altri effetti fisici del colore, quelli che agiscono anche sugli altri sensi. Si può supporre, ad esempio, che il giallo chiaro, per associazione col limone, dia l’impressione di acido. Si potrebbe ipotizzare che nelle persone evolute la sensibilità è così sottile e le impressioni così immediate che l’effetto del gusto colpisce subito l’anima e si ripercuote sugli organi fisici (nel nostro caso l’occhio). Sarebbe una specie di eco o di risonanza, come quando certi strumenti musicali, senza essere toccati, suonano all’unisono con altri strumenti che sono stati percossi direttamente.
Questa teoria implica che la vista sia collegata non solo col gusto, ma con tutti gli altri sensi. E infatti è così. Alcuni colori hanno un aspetto ruvido, pungente, mentre altri sembrano così lisci e vellutati che si ha voglia di accarezzarli (il blu oltremare scuro, il verdecromo, la lacca di garanzia). Anche la differenza fra toni caldi e toni freddi si fonda su queste sensazioni. Rispetto all’olfatto, l’espressione ‘colori profumati’ è molto diffusa.
E infine, la qualità musicale dei colori è così spiccata che non c’è nessuno che abbia cercato di rendere con le note basse del pianoforte l’impressione del giallo squillante o di definire voce di soprano la lacca di garanzia scura.
Ma questa teoria (che effettivamente nasce sempre per associazione di idee) non basta a spiegare alcuni fatti importanti. Chi ha sentito parlare di cromoterapia sa che la luce colorata può avere particolari effetti sull’organismo. Più volte si è tentato di adoperare la forza del colore per curare varie malattie nervose, e si è notato che la luce rossa ha un effetto vivificante e stimolante anche sul cuore, mentre la luce azzurra può portare a una paralisi temporanea. E poiché questo effetto si può riscontrare anche sugli animali e sulle piante, cade completamente la teoria dell’associazione.
Questi fatti dimostrano comunque che il colore ha una forza, poco studiata ma immensa, che può influenzare il corpo umano, come organismo fisico.
Se la teoria associativa in questo caso non basta, non è soddisfacente nemmeno per quanto riguarda l’effetto del colore sulla mente.
In generale il colore influenza direttamente l’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde.
L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima.

Daniela Deneb Felici Operatrice Ethicare

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