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I 4 ELEMENTI – I Principi originari della Vita – VI – L’ACQUA – di Daniela Felici

La Terra simboleggia la solidità, la rigidità, la densità, la pesantezza delle forme. È il ricettacolo dell’acqua, dell’aria e del fuoco, stampo della vita e forma dell’anima. La terra è anche l’humus, materia viva in cui hanno radice tutti gli esseri che si slanciano verso la luce. Dalla parola Humus deriva “umiltà”, che è la giusta coscienza della gerarchia degli esseri e delle cose.
In quanto grembo, senza il quale nulla può essere generato, le antiche civiltà la adoravano come Grande Madre, da cui dipendevano sia la vita che la morte di tutte le creature: la terra infatti è l’unica vera casa dell’uomo, in essa l’uomo ha sempre trovato rifugio e nutrimento e nel suo suolo umido è tradizione diffusa il seppellimento dei defunti.
Essa è considerata principio femminile per eccellenza, in quanto opposta al Cielo, principio maschile. L’essere umano ha per padre il cielo e per madre la terra: il cielo lo ispira e lo guida, la terra lo porta e lo nutre. È in essa che nella stragrande maggioranza delle tradizioni religiose, nelle cosmogonie, viene posto il germe iniziale delle cose che, nel suo interno, sono portate a maturazione.
I greci la chiamavano Gaia, per gli indù era Prithivi e per i babilonesi Ishtar.
Il suo colore è il verde della vegetazione ed è legata alla magia delle pietre, delle immagini, degli alberi e dei nodi. Nelle attività magiche, la terra ha sempre “governato” tutti gli incantesimi e i rituali legati al lavoro, agli affari, alla stabilità e alla fertilità: gli aborigeni australiani professano un rito per il quale gli uomini adulti si stendono sulla terra e la fecondano con il loro seme in segno di ringraziamento per i frutti che costantemente essa fornisce loro per vivere.
Le antiche Dee pagane della terra sono sopravvissute fino ad oggi sotto le spoglie di Madre Natura, aspetto manifesto delle energie della Grande Madre, nostra genitrice e fonte di sostentamento. In queste antiche culture l’uomo aveva sviluppato un sentimento protettivo, che agiva attraverso pratiche magiche e riti. Dal punto di vista alchemico la terra costituiva uno dei componenti della Pietra Filosofale.
Affidare i propri bisogni o desideri alla terra attraverso il seppellire un oggetto simbolico costituiva il rito propiziatorio perché gli stessi potessero concretizzarsi, o ancora, attraverso gesti semplici e umili come quello di tracciare simboli e disegni nella polvere. Come l’acqua, si credeva che la terra fosse in grado di trasportare l’informazione e accogliere e conservare in sé le preghiere e i bisogni di chi la onorava nei rituali.
La terra è l’elemento dal quale l’uomo vedeva sbocciare la vita; tutto ciò di cui l’uomo aveva bisogno per il suo sostentamento spuntava dal terreno, sia il cibo sia le piante utilizzate per gli infusi e le pozioni utili alla cura e alla prevenzione delle malattie: si attingeva alla sua forte vitalità e alle sue vibrazioni positive entrando in contatto con essa.
E’ quindi simbolicamente collegata al prendersi cura e alla guarigione: antichi rituali giunti fino a noi vengono agiti per trasferire la malattia ad una sostanza di origine organica che poi viene seppellita, in modo che il male sia così neutralizzato dal potere della terra.
Con il tempo gli uomini hanno scoperto che la Terra, nella profondità delle sue viscere, nasconde e custodisce molti tesori: oro, argento, pietre preziose che difficilmente potevano esserle strappati, in quanto sorvegliati e protetti dagli spiriti elementali della terra, gli gnomi. Il loro compito consisteva nel proteggerne i segreti, anche quelli collegati a particolari proprietà contenute in alcune specie di piante o di animali in rapporto ai cicli della natura. Le streghe, grazie alla conoscenza e all’interazione con gli gnomi, avevano accesso a questi segreti ed erano perciò grandi conoscitrici delle leggi naturali, delle proprietà delle piante, dei succhi, del potere della luna e dei cicli annuali. Avevano pertanto il potere di riconoscere e utilizzare queste risorse per ottenere effetti medicinali e riequilibranti, oppure propiziatori e di protezione. Gli gnomi, chiamati Koltkis in Russia, Dvergras o Kourigas nella tradizione celtica, Monacelli nell’Italia meridionale, sono ancora presenti nel folclore di culture originariamente caratterizzate da uno stretto rapporto con la terra, comprese le nostre culture contadine.
Tale tradizione è alla base dell’iconografia del Diavolo cattolico: gli gnomi delle streghe sono stati rimpiazzate dalla figura del diavolo tentatore che è stato rappresentato come un essere con coda e corna, allo scopo di tacciare di malvagità e adorazione del maligno la tradizione pagana di appendere delle corna di cervo fuori delle case, usanza che originariamente aveva la funzione di tenere lontani questi spiriti indomiti e dispettosi dalle proprie case.
In questa simbologia cosmologica, nel suo aspetto di dualità terra-cielo, maschile-femminile, l’albero assume un significato particolare: affonda le sue radici nelle profondità della terra e si protende con i suoi rami verso le altezze del cielo, ricreando cosi un collegamento tra queste due potentissime energie.

Daniela Deneb Felici – Collaboratrice di Ethicare per consulenze di Astrologia

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