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ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino) CANTO 23: L’INCONTRO TRA ODISSEO E PENELOPE

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino)
CANTO 23: L’INCONTRO TRA ODISSEO E PENELOPE

…Odisseo guardava Penelope, ferma sulle scale, che lo osservava stupita, incredula, confusa, incapace di pronunciare una sola parola; non sapeva bene come interpretare questa reazione, per anni si era immaginato questo incontro come qualcosa di meraviglioso, dove lei si sarebbe abbandonata fra le sue braccia, senza riserve. Ma lei non lo riconosceva, o forse il timore di cadere in una trappola aveva completamente bloccato il suo istinto. –“madre!” disse Telemaco per spezzare il momento di imbarazzo –“non riconosci mio padre? Come è possibile? Lo vedi, è tornato ed è riuscito a liberarci da tutti i Proci”, Penelope si riprese un attimo e balbettò – “ma come può essere riuscito, lui da solo? Ho bisogno di qualche prova…”
Odisseo rimase atterrito da queste parole, ma cercò di non farlo trasparire – “figlio, tua madre ha ragione, lasciaci soli, ci sono delle cose che dobbiamo chiarire, intanto vai ad annunciare a tutti nel palazzo che sono tornato!”. Telemaco obbedì con poca convinzione, lasciando soli i due sposi. – “mia cara, non voglio turbarti, farò preparare ad Euriclea un altro letto in un’altra stanza, per stanotte. Che tu possa avere il tempo di riconoscermi” – “non ce n’è bisogno, dirò alle ancelle di portare il tuo letto stesso, nell’altra stanza”. Questa frase fu come uno schiaffo per lui, come la conferma di un rifiuto. Era vero che non lo aveva riconosciuto, oppure lei prendeva tempo e scuse perché non si sentiva più di accoglierlo, o peggio i suoi sentimenti si erano completamente gelati? Dal canto suo Penelope aveva dei sentimenti contrastanti, da una parte voleva metterlo alla prova, dall’altra non sapeva come gestire quest’onda di emozioni che l’aveva investita. Un certo risentimento cominciava a serpeggiare nel cuore di Odisseo – “come pensi che si possa spostare il mio letto! Sai benissimo che è stato costruito su un grande tronco di un vecchio ulivo, le cui radici sono ancora piantate nel suolo della nostra stanza!”. Questa risposta bastò a Penelope per capire che difronte a sé aveva veramente il suo sposo, dato che oltre a lei, solo lui era a conoscenza di come era stato costruito il loro letto nunziale. A quel punto tutte le sue difese crollarono, e finalmente si abbandonò al caldo abbraccio di lui. Rimasero così stretti a lungo, senza più parlare, solo il battito dei loro cuori trapelava, sprigionando una sensazione di pace e di connessione profonda rimasta assopita da anni, e che ora ricominciava a fluire timidamente.
Intanto il sole era tramontato, la giornata era stata davvero lunga e piena di avvenimenti ed emozioni. Si ritirarono nella loro stanza, avevano tante cose da raccontarsi e passarono la notte abbracciati a parlare. Penelope ascoltò Odisseo che ripercorse tutte le tappe del suo viaggio con estrema precisione, non omise neanche gli incontri con Circe, Calipso, Nausicaa; non voleva che nessun segreto si celasse fra di loro. Penelope comprese, anche se con una punta di dolore, ma anche questo sarebbe passato; razionalmente sapeva di occupare il posto principale nel cuore del suo sposo, e che le altre donne erano state un necessario conforto che gli avevano permesso di non morire, di trovare la forza. Ma a livello emotivo ci voleva più tempo, lei aveva passato 20 anni da sola a crescere loro figlio e a difendersi dalle provocazioni dei Proci. Era stata sola, e aveva dovuto essere forte. Persino i suoceri non la supportarono: la madre di Odisseo morì per il dispiacere, e Laerte (il padre) si andò ad isolare in una casetta in montagna, a coltivare un pezzetto di terra. Ma poteva adesso rimanere risentita per questo? Certo nel suo cuore c’era un velo di sofferenza che si doveva sciogliere e che non le consentiva di lasciarsi andare del tutto, tuttavia si sentiva di nuovo al sicuro. Odisseo sapeva leggere le emozioni contrastanti che pervadevano la sua sposa, e la tenne abbracciata a sé teneramente in quella notte stellata, dove gli stralci del racconto delle sue gesta, e le lacrime di entrambi, si intrecciavano come i frammenti di un puzzle, per ricomporre le trame del loro amore perduto…

Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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