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ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino) CANTO 22: ODISSEO RIPRENDE POSSESSO DEL SUO REGNO

  ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino)

CANTO 22: ODISSEO RIPRENDE POSSESSO DEL SUO REGNO

     …E dopo qualche minuto di stupore, in cui solo un teso silenzio dominava la scena, Odisseo si scansò il mantello, che aveva tenuto la sua identità celata fino a quel momento, e in tutto il suo splendore si mostrò finalmente – “è finita, sono tornato, e non ho intenzione di risparmiare nessuno di voi, dopo anni di soprusi, prepotenze, angherie, umiliazioni, a mia moglie, mio figlio, e a tutti i miei fedeli…” così detto si aprì una sanguinosa battaglia, che non risparmiò proprio nessuno, a cominciare dal giovane Antinoo, quello che più aspirava ad impadronirsi di Penelope e del regno intero. I Proci non ebbero via di scampo, le uscite dal palazzo erano state sbarrate da Eumeo, un suo servitore e dalla Balia Euriclea, e le loro armi nascoste. Solo due vennero risparmiati, un cantore ed un servo fedele. Con gli altri ci fu una vera battaglia, dove i Proci si difesero con altre armi procurate al momento da un servo traditore, ma Odisseo, Telemaco e due dei suoi, nonostante fossero solo quattro contro tanti, ebbero la meglio, Atena in qualche modo orchestrava il tutto. Quando i Proci capirono di non aver più scampo, invano invocarono pietà, ma Odisseo era troppo accecato dall’odio e dal risentimento, per accogliere i pentimenti di chi aveva per anni approfittato e spadroneggiato. La scena era cruenta e a vederla quasi sconvolgente, anche per il più crudele degli Dei… Dopo, tutto venne ripulito, disinfettato, ed un fuoco venne acceso per ripurificare l’aria. I corpi dei Proci allineati fuori dalle mura, affinché i parenti potessero venire a prenderseli, per dargli almeno una degna sepoltura. Atena era stata al fianco di Odisseo per tutta la battaglia, che non avrebbe mai potuto affrontare da solo, ma dentro di sé, come poteva sentirsi dopo questa strage? Non sarebbe bastato cacciare tutti e riprendere il suo posto di Re, magari infliggendo loro qualche dura punizione? Ma forse nella logica di quei tempi, di quei Miti, questo non era contemplato; e così fu….

…Euriclea preparò un bagno caldo e profumato con delle erbe, e delle vesti pulite per Odisseo, e intanto andò a svegliare Penelope dal suo torpore, indotto da quel venticello magico che Atena le aveva soffiato sul viso. Stava per giungere quasi il tramonto e lei ignara di tutto quello che era accaduto, ancora dormiva nel suo letto, – “presto cara Penelope, destati, preparati per bene e scendi da basso, Telemaco ti attende, deve rivelarti una cosa importantissima”. Dentro di sé qualcosa presagiva, non sapeva bene cosa, ma sentiva come una leggerezza che non avvertiva da anni. Così indossò un vestitino semplice ed una catenina al collo che bastava per renderla elegante. Si passò il pettine fra le lunghe chiome e gocce di petali di rosa sui polsi. Poi discese lentamente, quasi titubante, e in fondo alla scala Odisseo la osservava scendere con gli occhi lucidi per l’emozione. Penelope si bloccò, a pochi gradini da lui, con un grande stupore sul volto che tradiva i suoi dubbi: chi era costui? Poteva forse essere il suo sposo che aveva atteso per 20 lunghi anni? I segni del tempo avevano reso il suo volto così diverso? Qualcosa di familiare, forse c’era, ma lei aveva imparato a non fidarsi più, si era dovuta allenare per vent’anni a diffidare di chiunque, e le sue autodifese non le consentivano di leggere la verità di questo tanto atteso incontro, non dopo averne avuto almeno una prova tangibile…

 

  Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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