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ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino) CANTO 21: ANCHE ODISSEO SI SFIDA NELLA PROVA DI ABILITA’.

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino)
CANTO 21: ANCHE ODISSEO SI SFIDA NELLA PROVA DI ABILITA’.

…i Proci erano piuttosto intimoriti a misurarsi in questa prova, soprattutto Eurimaco e Antinoo, i due che più aspiravano alla mano di Penelope. Furono i primi a farsi avanti; Eurimaco prese l’arco e la faretra, il cuore gli batteva forte, mise la freccia in posizione, mentre tutti lo guardavano in silenzio, poi provò a tendere l’arco, ma era veramente rigido, e non si mosse di un millimetro, rimase sconcertato e fece un passo indietro… – “rinuncio, non sono abbastanza forte”, disse desolato, non tanto perché Penelope non sarebbe stata sua, ma più per aver mostrato debolezza. Passò l’arco ad Antinoo, che lo prese con una sorta di sacra riverenza, come se fosse l’oggetto che avrebbe determinato il suo destino. Le mani gli sudavano e volse lo sguardo in alto, verso il balcone dove Penelope lo osservava, cercando i suoi occhi; lui in fin dei conti l’amava veramente, anche se sapeva bene che nel cuore di lei non vi era spazio. Ma se fosse riuscito, allora poteva conquistarla con le dovute maniere, e lei avrebbe imparato ad amarlo…ad Odisseo non sfuggì quello scambio di sguardi che gli tumultuava dentro. Poi Antinoo alzò l’arco, vi ci pose la freccia, come aveva fatto Eurimaco, e con tutta la forza e la speranza che aveva, cercò di tenderlo, ma anche questa volta, non si mosse di un millimetro. Non era accettabile questo per lui – “l’arco è fermo da troppo tempo”, disse – “bisogna scaldare la corda sul fuoco, allora sicuramente si tenderà”, lo avvicinò sulla fiamma del camino e lo lasciò il tempo necessario, poi tornò davanti alla fila delle scuri, lo impugnò nuovamente, ma neanche questa volta riuscì. Non si dava pace – “ho capito, abbiamo bevuto e mangiato troppo, non siamo abbastanza in forma oggi, continueremo domani!” – “giusto! hai perfettamente ragione” disse Eurimaco – “continuiamo a far festa, ci si pensa domani”.
Intanto il pastore Eumeo ed il suo aiutante avevano serrato tutti i cancelli del giardino, e in casa la balia Euriclea aveva messo il chiavistello al portone, non si poteva rimandare a domani, il piano doveva procedere quel giorno stesso. Allora Odisseo, ancora nelle vesti da mendicante, si fece avanti – “voglio provare anche io a tendere l’arco, non certo per avere la mano di Penelope, vecchio come sono, ma per vedere se ho ancora la forza di un tempo. Se non riesco, la sfida prosegue domani, ma se dovessi farcela, dovete continuare oggi stesso. Anche io ho mangiato e bevuto come voi e sono pure avanti con gli anni, dunque se ne sarò capace, qualcuno fra di voi lo dovrà per forza essere!”. Questa cosa mandò su tutte le furie Antinoo, che si sentì ulteriormente messo alla prova e che temeva di fare una bruttissima figura. quindi inveì contro il mendicante – “tu, sei solo un pezzente, come ti permetti di dire la tua!” stava quasi per mettergli le mani addosso, quando Penelope tornò da basso per fermare i tafferugli, – “Antinoo, non si trattano così i miei ospiti, se il mendicante vuole provare è giusto lasciarlo fare, tanto non vi toglie nessun diritto, qualora uno di voi riuscisse. Sembra quasi che abbiate timore di essere battuti!”. Detto questo fece un cenno a suo figlio Telemaco, che porse subito l’arco ad Odisseo. Era strano per lui impugnarlo, dopo così tanti anni, e se non ce l’avesse fatta neanche lui? Da questo dipendeva il destino di tutto il suo regno, ma soprattutto il poter riabbracciare la sua sposa. Telemaco era sicuro della riuscita del padre, e che questo avrebbe dato luogo ad una rissa, quindi disse – “Madre, torna ora nelle tue stanze con le ancelle, lascia che questo sia affare di noi uomini”. Penelope si senti persino offesa da questo ordine, non sapendo che serviva per proteggerla. Tornò su con le lacrime a gli occhi, ferita nella sua sensibilità, si sentiva quasi come una merce. Si buttò sul letto fra le lacrime, ormai esausta dalle troppe emozioni, poi Atena le soffiò sul viso un venticello soporifero che la fece scivolare in un sonno profondo.
…Dunque Odisseo impugnò l’arco, nessuno aveva potuto opporsi ai voleri di Penelope. Lo soppesò con fare esperto, tirò fuori dalla faretra la freccia più bella, la osservò, come in un rituale, in tutte le sue sfaccettature, poi con calma la pose sulla corda, accostò lo sguardo per prendere la mira, tutti lo guardavano con il fiato sospeso, poi tese l’arco, e scoccò la freccia con naturalezza, attraverso i 12 anelli delle 12 scuri, centrandoli ad uno ad uno, mandandola a conficcarsi precisamente al di là di questi, dopo averli attraversati… Intorno, nel silenzio, solo l’immenso stupore di tutti…

Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

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