Cerca
Close this search box.

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino) CANTO 16: TELEMACO INCONTRA SUO PADRE ODISSEO

ODISSEO FRA LA SEDUZIONE DELLE FIGURE FEMMINILI ED IL FASCINO DI UN INTERMINABILE VIAGGIO. (a cura di Paola Mazzarino)

CANTO 16: TELEMACO INCONTRA SUO PADRE ODISSEO

…Odisseo si alzò, come per cedere il posto al ragazzo – “resta pure seduto, io mi accomodo qui sulla panchetta… da dove vieni e come sei giunto ad Itaca?” Eumeo parlò al posto del mendicante, che aveva ancora il viso segnato dall’emozione. – “Lui ha tanto girato e ha conosciuto tuo padre, dice che presto tornerà…”. Telemaco lo guardò incredulo, non sapeva se poteva fidarsi e non si diede pena di porgli altre domande. – “va bene vecchio, ti farò portare delle vesti nuove e potrai rimanere qui. Intanto per favore Eumeo, ti prego di andare alla reggia ad avvisare in segreto mia madre del mio ritorno. Avrà visto la nave ormeggiata, ma non vedendomi arrivare sarà molto preoccupata”.  Il pastore si avviò subito verso la città, lasciando soli i due.

Intanto Atena approfittando della situazione sussurrò ad Odisseo di farsi riconoscere dal figlio, e sfiorandolo gli restituì le sue sembianze. Telemaco rimase senza parole… – “non spaventarti figlio mio, sono tuo padre, Atena mi aveva trasformato in un mendicante per proteggermi…” il ragazzo non riusciva a crederci, ma vide i suoi occhi riflessi in quelli del padre, come in uno specchio. Si abbracciarono quasi singhiozzando dalla forte gioia.

– “Figliolo dobbiamo fare un piano, tu torna da tua madre e rimani nascosto, i Proci vogliono ucciderti. Quando è notte vai nel magazzino delle armi e prendi due lance, due spade e due scudi, e nascondili per noi. Io ti raggiungerò a breve, con le mie sembianze da mendicante e, con l’aiuto di Zeus ed Atena, sconfiggeremo i Proci e saremo nuovamente liberi. Non dire a nessuno del mio ritorno, neanche a Penelope”. Telemaco cercò di controbattere – “ma padre, come faremo solo in due a lottare contro almeno un centinaio di nemici?” –“devi fidarti Telemaco, gli Dei ci aiuteranno, non temere! Vai intanto! Fra qualche giorno ti raggiungerò; nessuno mi riconoscerà, farò finta di chiedere l’elemosina.”

Il ragazzo obbedì, ma avrebbe voluto fargli tante domande. Da anni si era prefigurato questo momento, che tuttavia non era come si era immaginato. Suo padre lo aveva conosciuto solo attraverso i tristi e melanconici racconti di sua madre, e aveva fantasticato sulle sue gesta milioni di volte. Ed ora eccolo qui, in carne ed ossa, forse con le sue stesse vulnerabilità. E lei, sua madre, la bella Penelope, che lo aspettava da sempre, tessendo le sue tele, lo avrebbe accolto ancora, come se il tempo non fosse mai passato? E se non fosse riuscita a riconoscerlo più, ovvero, se non ci si fosse più ritrovata? Mille pensieri gli attraversavano la mente, mentre si avviava verso le luci della città, che già si ammantava della luce rossastra del tramonto.  

In quel calar del sole, Eumeo tornando indietro, lo incontra sulla strada. I loro sguardi corrucciati s’incrociano; tacciono tutti e due, ma in fondo già sanno cosa sta per succedere. Il ragazzo era come un figlio per lui e ne indovinava ogni suo stato d’animo… era veramente giunto il momento di chiudere un doloroso capitolo che si protraeva da quasi 20 anni?

Si scambiarono un cenno di saluto, proseguendo poi in direzioni opposte. E mentre Odisseo, nella capanna di Eumeo, riprendeva le sembianze del mendicante, Telemaco bussava alla porta di sua madre, che lo abbracciò con un grande sollievo. Era stata tanto in pena per lui… lei che aveva imparato a vivere di attese, ma per il figlio non riusciva a dominare l’ansia, che aveva dovuto invece imparare a trattenere per il suo sposo, suo malgrado… Per lei, come per ogni altra madre, non era concepibile non sapere più nulla neanche del figlio…  

 

  Paola Mazzarino, Operatrice Olistica, Consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva

Condividi l'articolo