La nostra grande paura è la morte! Ma più di essa è la sensazione di non esistere. Ossia quando pensiamo alla morte quello che ci consola e ci dà gioia è che il resto del mondo soffra la nostra assenza, che le persone a cui abbiamo voluto bene ci piangano e ci rimpiangano. Quindi più della morte noi temiamo l’essere dimenticati, il momento in cui nessuno ricorderà il nostro nome, chi fossimo, cosa abbiamo fatto. Questa è la cosa che non riusciamo ad accettare, cadere nell’oblio, perché non sarebbe solo la morte fisica a subentrare ma quella delle nostre idee, della nostra Essenza. Sentiamo che per non essere dimenticati abbiamo il bisogno imprescindibile di lasciare un segno nel mondo, di portare le nostre idee al di fuori di noi e far si che arrivino agli altri. L’altro è il nostro Alter Ego, il nostro specchio, il nostro continuum. Noi abbiamo la certezza che anche quando non ci saremo più il mondo continuerà a camminare su altre gambe e questo ci consola. Ma l’altro è anche qualcuno su cui poter scaricare le nostre responsabilità, le nostre colpe, le nostre mancanze, le nostre infelicità, i nostri dolori e quindi ci è necessario, indispensabile. Tutto ciò è vero, ma stiamo guardando il mondo e gli altri da un solo punto di vista, vediamo solo una faccia di questa medaglia. Dobbiamo capire che nulla di ciò che accade e nessuno di coloro che ci circonda sono di per sé causa del nostro successo o fallimento, ma Tutto è insegnamento che noi traiamo per raggiungere i nostri scopi. Le nostre esperienze sono determinanti nella nostra vita, soprattutto nel momento in cui gli attribuiamo un significato. Ma ricordiamo che la vita non è qualcosa che qualcuno ci dà, che dobbiamo subire, ma che possiamo scegliere perché siamo sempre noi a decidere come vivere. Quando iniziamo a vedere le cose da questo punto di osservazione solleviamo il resto del mondo dalle nostre responsabilità e allora ci sorgono dubbi: perché l’altro? Qual è lo scopo di essere in una società? Molti infatti pensano che cercare l’isolamento da tutto sia la cosa più giusta per essere se stessi. Nel momento in cui diventiamo consapevoli che siamo sempre noi a scegliere, comprendiamo anche che quando un’esperienza ci accade abbiamo sempre un’alternativa. Non possiamo giustificare la nostra rabbia per il fatto che qualcuno ci abbia fatto arrabbiare, il male che facciamo per il fatto che gli altri ce ne hanno fatto, la nostra mancanza di autostima perché ci hanno mortificati, la nostra infelicità per il fatto che la vita ci ha riservato molti dolori, perché se così fosse ognuno sarebbe uguale all’altro, non ci sarebbero infinite vie da percorrere ma solo una strada. Questo non vuol dire che dobbiamo sempre controllare le nostre emozioni, gestire i nostri sentimenti, ma significa semplicemente che abbiamo sempre la possibilità di decidere in che modo vogliamo vivere la nostra vita. Possiamo reagire con calma alla rabbia, con fermezza e determinazione ad andare avanti a chi ci ostacola e ci fa del male, con amore verso noi stessi a chi ci deride. Tutto ciò è confortante perché ci fa capire che abbiamo sempre una scelta, che siamo sempre in tempo, che abbiamo sempre la possibilità di ricominciare, di cambiare. Ognuno di noi deve trovare il suo modo di vivere le sue esperienze, di arrivare ai suoi obiettivi. Quindi nonostante molto spesso vorremmo essere qualcun altro, più bello, più bravo, più attraente, più ricco, più popolare, in realtà va benissimo che noi siamo chi siamo, perché lo abbiamo scelto. Questa realtà è dura da accettare, ma è il punto di partenza per comprendere come, un passo dopo l’altro, ci possiamo muovere verso ciò che desideriamo essere e raggiungere la nostra meta, i nostri obiettivi. Ciò che ognuno di noi deve ricordare è l’esatto contrario del famoso detto “Tutti sono utili ma nessuno è indispensabile!”, per l’Universo vale l’opposto, noi non siamo necessari ma siamo esattamente indispensabili e cosa ancora più importante insostituibili. Chiunque di noi, qualsiasi persona in qualsiasi ruolo, è importante che sia, l’Universo ha per lei un piano, un disegno che fa parte di uno ancora più grande e a sua volta di uno ancora più grande e via via all’infinito. Se anche la più piccola parte di questo grande capolavoro non ci fosse o cambiasse, cambierebbe di riflesso l’aspetto del Tutto. Ecco perché ogni mattina quando aprite gli occhi e iniziate un nuovo giorno, in quello stesso momento, ricordate sempre di essere unici e fate in modo che questo vi spinga a tirare fuori la vostra Verità, ad esprimere i vostri desideri, a sperare di raggiungere i vostri obiettivi, a impegnarvi per raggiungerli. Quando giungiamo alla Saggezza e alla bellezza di essere noi stessi, cominciamo a vedere gli altri non più come qualcuno che va escluso, sabotato, sorpassato, affrontato, allontanato, invidiato, amato, odiato ma vediamo l’Altro come una parte di questo grande disegno, una parte importante e insostituibile, che merita rispetto e attenzione, perché il suo esserci contribuisce al nostro esserci e all’essere del Tutto. Questa nuova prospettiva non cambia il mondo, ma il nostro modo di vederlo. Impariamo a guardare persone, cose e situazioni da infiniti punti. Non lasciate mai che qualcuno vi convinca che non siete in grado di cambiare voi stessi e il mondo, perché ognuno di noi lo sta già facendo in questo preciso istante. Stravolgete il mondo essendo voi stessi, la vostra parte più vera, la vostra intima Essenza. Con ciò non intendo che così facendo piacerete a tutti e avrete successo, ma qualcosa di più importante, voi amerete voi stessi e quell’amore sarà la spinta ad andare verso il mondo e inevitabilmente vi porterete qualcosa di migliore, di importante, che vi farà sentire felici e appagati. Raffaella Menichetti