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AUTISMO

LA NECESSITÀ DEI NUMERI PRIMI… RIFLESSIONE SULL’AUTISMO E SULLA SINDROME DI ASPERGER.

“Parlo solo quando penso che sia davvero necessario” Greta Thunberg. Michelangelo Buonarroti, Wolfgang Amadeus Mozart, Bob Dylan, Henry Ford, Graham Bell, Thomas Jefferson, Vincent van Gogh, Charles Darwin, Isaac Newton, Albert Einstein, Alfred Joseph Hitchcock, Steve Jobs, Susanna Tamaro, sono tutti personaggi famosi affetti, come Greta, da sindrome di Asperger (SA).

Sembra che la teoria di Penny Spikins del Department of Archaeology dell’Università di York (Inghilterra), secondo la quale la spinta evolutiva del genere umano sarebbe stata fornita da persone con disturbi dello spettro autistico, continui ad essere confermata.

Anche qualora non tutti questi personaggi siano stati realmente affetti da sindrome di Asperger, o comunque non tutti nella stessa misura, resta il fatto che la capacità di sapersi isolare dal frastuono del mondo li ha sicuramente favoriti.

“La solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo”, diceva Seneca, e nella restrizione degli interessi, dei comportamenti e delle interazioni sociali, tipiche della sindrome di Asperger, si crea lo spazio per incredibili slanci creativi.

La sindrome, a differenza dell’ autismo nel quale si manifestano ritardi nell’acquisizione delle capacità linguistiche e/o nello sviluppo cognitivo, rimane infatti un disturbo “ad alto funzionamento”, nonostante le varie problematiche alle quali può essere comunque associato (fobia sociale, disturbo schizoide di personalità, depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo non verbale dell’apprendimento).

Che si tratti di autismo vero e proprio o di SA, il problema più grande resta comunque, come sempre, l’atteggiamento discriminatorio della comunità dei cosiddetti normali.

A differenza di quanto succede e succedeva in civiltà da noi erroneamente e superbamente considerate primitive, laddove le persone con caratteristiche e capacità particolari venivano non solo valorizzate ma anche poste ai vertici della piramide sociale (vedi gli sciamani), nelle nostre società “avanzate” chiunque si discosti dalla media diventa automaticamente un reietto.

In questo modo il conformismo non solo miete vittime innocenti ma nuoce al progresso della società stessa visto che l’evoluzione delle specie è sempre avvenuta anche grazie alle anomalie. In attesa che l’umanità diventi tale e che migliori il grado di conoscenza e di rispetto di queste e di altre diversità e/o minoranze, un passo in avanti è stato fatto grazie all’apertura (a Milano nel 2013) degli Aspie Cafè, luoghi di incontro dedicati alle persone con la sindrome di Asperger e che potrebbero diventare, anche in Italia, laboratori per talenti straordinari. “No, l’autismo non è un dono.

Per molti è una lotta infinita contro le scuole, i posti di lavoro e il bullismo.

Ma sotto certi aspetti è un superpotere. Ho avuto la mia bella dose di ansia e alienazione, ma senza la mia diagnosi non avrei mai iniziato gli scioperi, perché sarei stata come tutti gli altri.

La nostra società ha bisogno di cambiare e abbiamo bisogno di persone che pensino fuori dagli schemi, di prenderci cura l’uno dell’altro e di abbracciare le nostre differenze” (Greta Thunberg il 2 aprile scorso, nella giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo).

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